Denuncia abusi durante il lockdown: ‘Mi hanno anche filmata’. Assolti due giovani

I legali degli imputati: ‘Clima boccaccesco nell’appartamento, nessun atto sessuale rubato’

Foto di repertorio

Due giovani riminesi di 22 e 24 anni, difesi dagli avvocati Enrico Graziosi e Gianluca Sardella, sono stati assolti dalle accuse di violenza sessuale di gruppo e Revenge Porn, per fatti accaduti nel 2020, durante il confinamento a causa della pandemia da Sars-CoV-2.

A denunciare la violenza era stata una ragazza oggi 22enne, che aveva trascorso il periodo di confinamento all'interno dell'appartamento sede della presunta violenza, di proprietà di un terzo ragazzo. Durante la notte tra il 28 e il 29 aprile avvenne l'episodio, nella camera da letto in cui dormiva la 22enne, all'epoca dei fatti neo maggiorenne: i due imputati, a loro volta ospiti del padrone di casa, le si avvicinarono e furono consumati degli atti sessuali, consensuali secondo i ragazzi, i cui avvocati hanno evidenziato “il clima boccaccesco” all'interno dell'appartamento. Abusi secondo lei, incosciente e addormentata in uno sonno profondo dopo aver assunto dell'alcool. Il tutto venne comunque ripreso dallo smartphone di uno dei due presunti molestatori, da qui l'ulteriore accusa di Revenge Porn. Lei infatti aveva scoperto il video, chiedendo quel telefono cellulare con una scusa: fece una registrazione con il proprio smartphone, mentre riproduceva il filmato, per poi allegarla alla denuncia, che avrebbe presentato a luglio. 

La giovane, costituitasi parte civile al processo attraverso l'avvocato Giordano Fabbri Varliero, lasciò l'appartamento qualche giorno dopo, a inizio maggio, alla fine del confinamento imposto a tutti gli italiani per il Covid, e come detto, presentò denuncia a luglio. Riferì di aver conosciuto il 24enne e il 22enne due giorni prima dei fatti. Non lasciò subito l'appartamento perché, in stato di shock dopo l'accaduto, non aveva una sistemazione. I legali degli imputati hanno contestato questa versione, producendo in giudizio le chat di Whatsapp dove si evinceva che la conoscenza dei due giovani con la 22enne risalisse a prima della convivenza durante il lockdown e che lo scambio di messaggi fosse proseguito anche nei giorni successivi alla sua uscita di casa. Alla fine il giudice ha disposto la doppia assoluzione: per il reato di Revenge Porn, perché il fatto non sussiste, in quanto un perito ha accertato che il video fu cancellato poco dopo i fatti e non fu diffuso, mentre per la violenza di gruppo perché il fatto non costituisce reato. La Procura, attraverso la sostituta procuratrice Elena Bonetti, aveva a sua volta chiesto l'assoluzione. Lo aveva fatto fin dal principio, ma il legale della 22enne si era opposto e il giudice aveva formulato la doppia imputazione coatta.

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