San Marino, rogatorie riciclaggio, al via udienze maxiprocesso
Ha occupato tutta la giornata l’udienza per il maxiricorso presentato dai clienti italiani di fiduciarie sammarinesi contro la trasmissione di documenti bancari alle Procure di Roma e Forlì, nell’ambi...
Ha occupato tutta la giornata l’udienza per il maxiricorso presentato dai clienti italiani di fiduciarie sammarinesi contro la trasmissione di documenti bancari alle Procure di Roma e Forlì, nell’ambito delle rogatorie per riciclaggio su Smi (San Marino Investimenti) e su Carifin, la finanziaria della Cassa di Risparmio di San Marino. Trentacinque i ricorsi in totale presi in esame oggi, domani pomeriggio si concluderà con un’altra ventina di ricorrenti Smi; 15 gli avvocati di parte per quella che può essere definita una ‘class action’ di clienti di fiduciarie sammarinesi, coinvolte a vario titolo in indagini in Italia. In apertura di udienza, davanti al giudice di terza istanza Lamberto Emiliani, prima le requisitorie degli avvocati dei clienti Carifin, che si sono opposti sia al modo di operare della Procura forlivese, ma soprattutto alla sentenza del giudice d’appello penale David Brunelli. Secondo la difesa non sarebbe giusta, in via di diritto, la trasmissione dei nominativi e relativa documentazione bancaria dei clienti Carifin e Smi perché “non sono indagati in Italia”, ma corrono il rischio di veder comparire il proprio nome in un fascicolo penale per riciclaggio a carico di istituti sammarinesi. Tesi, questa, già sostenuta in appello dai difensori, ma respinta dal giudice con un’ordinanza. “L’obiettivo di Forlì era chiaro: ottenere informazioni al di fuori delle regole, col sotterfugio – ha detto l’avv.Pier Luigi Bacciocchi – senza che i diretti interessati ne fossero a conoscenza”. “Il Tribunale di San Marino cerca di favorire questa rogatoria al di là di quello che avrebbe fatto una qualsiasi Procura italiana – ha detto l’avv.Marino Nicolini, in apertura della sessione pomeridiana sui ricorsi Smi – La Repubblica di San Marino è attaccata da ogni verso, non solo attraverso queste rogatorie su Smi e Carifin. Si tratta di un attacco a tutta la Repubblica e da sammarinese sono profondamente indignato”. Da un punto di vista più strettamente giuridico, Nicoli ha prodotto in aula un’ordinanza del Gip di Roma nella quale si prende atto che parte della documentazione inviata di Smi non potrà essere utilizzata perché richiesta fuori tempo massimo, a indagini preliminari scadute. Problematica che il giudice sammarinese si è detto non legittimato a considerare. L’udienza sui ricorsi Smi riprenderà domani. Dieci giorni d’attesa invece per la sentenza. Il maxiricorso è stato possibile in virtù della giurisprudenza sammarinese (sentenza di terza istanza del 2009, su un ricorso Carifin), che stabilisce la notifica di rogatoria, e quindi della richiesta di documentazione bancaria, anche a soggetti terzi non coinvolti nell’indagine penale italiana. Contro questa “procedura delle notifiche a terzi”, nel 2009 ha presentato ricorso anche l’Avvocatura generale dello Stato in nome degli interessi della Repubblica italiana. Nel 2010 è intervenuto il potere legislativo, che su proposta del segretario alla Giustizia Augusto Casali, ha eliminato l’ obbligatorietà delle notifiche ai terzi e ha anche ammesso la collaborazione giudiziaria direttamente in territorio sammarinese.
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