Usura, imprenditore malmenato fa arrestare 8 persone

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Un piccolo imprenditore di Gallo di Petriano (Pesaro Urbino), Carlo Marini, 51 anni, incensurato, attivo nel settore della pubblicità commerciale per mobili, aveva fatto ricorso ad un’agenzia di recupero crediti gestita da persone ritenute vicine al clan dei Casalesi. Dovendo riscuotere 43 mila euro da un cliente in cattive acque, che non poteva pagare, Marini ha pensato bene di rivolgersi alla Ises Italia srl di Rimini, già ‘chiacchierata’ perché popolata da presunti affiliati a clan camorristici campani. E’ stato lui, ora finito in cella, a far scoprire l’attività estorsiva per la quale otto persone sono state arrestate nelle ultime ore fra Marche, Emilia Romagna e Campania, su ordine della Dda di Bologna. Marini assolda uomini dell’Ises, che avviano manovre di convincimento del debitore, un piccolo imprenditore del legno, pure lui di Gallo di Petriano, appena trentenne. Prima arrivano le minacce, poi l’agenzia passa alle maniere forti: botte che mandano all’ospedale il debitore. A quel punto la vittima si rivolge alla polizia, e racconta che nel frattempo il debito iniziale di 43 mila euro è lievitato fino a 73 mila euro. Scattano le indagini, e gli agenti della Squadra mobile di Pesaro e del Commissariato di Urbino scoprono che sullo stesso gruppetto stanno già indagando i finanzieri del Gico su ordine della Dda di Bologna, che sta cercando di far luce su attività criminali nel Modenese. Le Fiamme gialle lavorano su un gruppo di campani residenti tra Castelfranco Emilia, Rimini, San Leo e Brusciano (Napoli), a capo del quale ci sono i fratelli Francesco e Giuseppe Vallefuoco, domiciliati tra Rimini e San Leo. Con loro collaborano Lucia Esposito, Gennaro D’Amore, Salvatore Lionetti, Pasquale Perrone, Vincenzo Salomone e Giovanni Abete, tutti napoletani, con varie residenze e agganci con i Casalesi. Salomone e la Esposito, residenti a Castelfranco Emilia (Modena) erano già nel mirino del Gico bolognese, che aveva già arrestato a febbraio Lionetti, Perrone e Francesco Vallefuoco, ai quali, nei giorni scorsi è stata notificata in cella una seconda ordinanza di custodia per i fatti di Gallo di Petriano. A malmenare il piccolo imprenditore marchigiano sarebbero stati Lionetti, Perrone e Salomone, dopo che tutti gli altri lo avevano intimidito per settimane. L’operazione è stata illustrata a Pesaro dal col. della Polizia tributaria della Gdf Giuseppe Romanelli e dal maggiore Bruno Baldini, del Gico di Bologna, dal dirigente del Commissariato di Urbino Andrea Massimo Zeloni, e dal capo della Squadra mobile Stefano Seretti. Le otto persone destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare non risultano indagate per associazione a delinquere di stampo camorristico, ma il magistrato ha riconosciuto un’aggravante specifica per legami dei soggetti arrestati con ambienti di camorra. (ANSA).

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