I Carabinieri della compagnia di Rimini e di Riccione, affiancati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro e dai Nas di Bologna, hanno iniziato dallo scorso novembre una serie di accertamenti nei centri estetici e centri massaggi gestiti da cittadini cinesi nel territorio riminese.
Le verifiche hanno portato a oltre 22mila euro di sanzioni amministrative a causa delle irregolarità riscontrate nelle attività. Le indagini hanno portato, inoltre, alla scoperta di un mondo sommerso di attività di copertura, finalizzate allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Lo scorso 18 aprile i Carabinieri della Compagnia di Rimini hanno scoperto un altro centro massaggi a luci rosse, in via Dario Campana, segnalato dai residenti e osservato per circa 4 mesi. Da qui uscivano principalmente uomini, solitamente giovani; 25 di loro sono stati avvicinati dai Carabinieri in borghese, tra questi un professore di matematica di Cosenza, che nelle ore di svago concesse agli studenti, aveva preferito qualcosa di proibito ad una tradizionale visita ai monumenti riminesi. Alcuni di loro hanno ammesso di ricevere dei trattamenti particolari dalle massaggiatrici. Ulteriori accertamenti hanno portato allo studio di alcuni forum su internet in cui i clienti commentavano in maniera molto positiva il famoso “massaggio romantico” e le caratteristiche delle varie ragazze che lo praticavano.
Sono seguite allora le verifiche da parte della camera di commercio per individuare i proprietari dell’attività. Una 37enne cinese è stata arrestata, il marito denunciato in stato di libertà. Per loro l’accusa è di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il Gip in giornata deciderà riguardo alla chiusura definitiva del centro. Il sequestro dell’attività è stato proposto a seguito della reiterata violazione della norma sanitaria che prevede la presenza in loco del “direttore tecnico”, figura professionale, che i Carabinieri, fin dal controllo di novembre, non hanno mai rintracciato all’interno della struttura. All’arrivo dei Carabinieri nel locale c’erano 3 massaggiatrici, una delle quali con un diploma regolare conseguito a Milano, che hanno in parte ammesso l’accusa mossa contro di loro. Le ragazze infatti si sono difese affermando che loro dopo un primo massaggio con degli oli, toccavano le parti intime dei clienti e su richiesta li masturbavano, concludendo il tutto con un bagno. La loro prestazione, della durata di circa un’ora, variava dai 50 ai 70 euro. Il conto poi veniva pagato comodamente alla cassa. Probabilmente dietro l'attività si nasconde un giro di prostitute che sembra possa partire da Milano.
Il Capitano dei Carabinieri Vincenzo Giglio al microfono di Elisa Drudi.