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Provincia Romagna: Vitali e Gnassi criticano decisioni Governo

"Non ci si può inventare a Roma il capoluogo di una provincia che non c'é e non preoccuparsi di come funziona una propria agenzia decentrata". Così a Rimini il presidente della Provincia, Stefano Vita...

A cura di Redazione
20 luglio 2012 16:32
Provincia Romagna: Vitali e Gnassi criticano decisioni Governo -
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"Non ci si può inventare a Roma il capoluogo di una provincia che non c'é e non preoccuparsi di come funziona una propria agenzia decentrata". Così a Rimini il presidente della Provincia, Stefano Vitali, e il sindaco Andrea Gnassi criticano le decisioni emanate dal Governo per il riordino delle Province, in vista dell'accorpamento in Romagna. "Non è certo un buon viatico – scrivono in una nota congiunta – registrare come il Governo abbia addirittura già stabilito per decreto il capoluogo di una eventuale, nuova provincia accorpata. Alla faccia di ogni federalismo". "Ora la palla passa ai comitati regionali affinché questi criteri vengono tradotti nella pratica nel giro di un anno e mezzo, superando gli enormi problemi amministrativi e territoriali". Tra gli esempi, il problema delle partecipazioni negli 'asset strategici' (Fiera, palas, aeroporto, Università): "a chi verranno trasferite?". Non è indifferente quando è in gioco "una scala più ampia di quella provinciale. Non a caso, vedi le partecipate, le risorse sono quelle della nostra comunità", quella riminese, non di tutta la Romagna. Inoltre, chiedono Vitali e Gnassi, "centri per l'impiego, scuole superiori, formazione, trasporto per l'handicap, piani di urbanistica, agricoltura, che fine faranno? Passeranno ai Comuni e se sì con quale personale?". L'auspicio è che "questi problemi vengano affrontati con meno superficialità e improvvisazione di quanto fatto finora dal Governo". Per responsabilità "collaboreremo lealmente con il Governo", concludono, ma "tenendo ben saldo il principio della tutela di un territorio che dovrebbe essere importante anche per il Paese" e stigamtizzando che sembra 'sparita' "dall'azione del Governo ogni ipotesi di razionalizzazione ed efficentamento di enti e agenzie dell'apparato statale".

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