Video: Rimini, arrestata baby gang autrice di furti con coltello

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Quattro varesotti in vacanza a Rimini dal 14 agosto ma residenti a Gorla Maggiore, Lonate Ceppino e Tradate (Va), sono stati arrestati per rapina aggravata dall’uso di armi operata in concorso giovedì notte dal reparto di Polizia prevenzione generale di Rimini col supporto del reparto prevenzione crimine di Bologna. Si tratta di R.N., A.R. 18enni e S.M., P.M. 19enni, tutti studenti, tre incensurati e uno con un precedente per ricettazione. Dopo la segnalazione di una prima rapina giunta alla Polizia di Rimini alle 3.55, la sala operativa ha inviato 5 pattuglie in zona via Enna dove han trovato due giovani turisti milanesi, rispettivamente di 20 e 19 anni che erano appena stati derubati. I ragazzi, da poco usciti dalla nota Discoteca Carnaby, si stavano avviando al parcheggio, quando sono stati braccati dai 4 varesotti, che con un coltello li hanno bloccati e rapinati dei loro cellulari e di contanti per un totale di 40 euro. In seguito, alle 4.20 gli agenti sono stati allertati di una seconda rapina nel locale Blow Up, sito in via Regina Elena. Le vittime, 20enni, sono il pr e il barista della discoteca, derubati di cellulare e di 210 euro in totale. Uno dei ragazzi ha aiutato gli agenti, una volta sul posto, indicandogli dove i malviventi erano fuggiti, per la precisione verso via Neri. Durante l’inseguimento, attivato immediatamente dagli agenti, uno dei rapinatori ha gettato il coltello usato per minacciare le vittime ed è entrato con gli altri ladruncoli nella hall di un albergo per defilarsi. Individuati, sono stati fermati e perquisiti: in uno zaino avevano un iPhone e un Samsung Galaxy nonché contanti accartocciati per un totale di 600 euro. Il tutto proveniente da diverse rapine. Una parte dei soldi e i cellulari sono stati restituiti ai legittimi proprietari mentre i delinquenti, sui quali pende il sospetto di una terza rapina, sono stati arrestati per rapina aggravata dall’uso di armi operata in concorso. Durante l’arresto, i 4 varesotti apparivano indifferenti e senza rimorso. Ora rischiano una pena detentiva di un massimo di 9 anni.

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