Calcio: Zanetti capitano Inter tra i giovani a San Patrignano, 'un piacere essere qui'

 Non c'è tifo che tenga. Quando Javier Zanetti entra nella sala da pranzo della comunità di San Patrignano – accolto da oltre 1000 dei 1300 ragazzi impegnati nel loro percorso di recupero – o nell'Aud...

A cura di Redazione Redazione
11 ottobre 2013 18:29
Calcio: Zanetti capitano Inter tra i giovani a San Patrignano, 'un piacere essere qui' -
Condividi

 Non c'è tifo che tenga. Quando Javier Zanetti entra nella sala da pranzo della comunità di San Patrignano – accolto da oltre 1000 dei 1300 ragazzi impegnati nel loro percorso di recupero – o nell'Auditorium, gremito da 500 giovani, saliti sui colli di Rimini per la sesta edizione dei 'WeFree Days', il ritornello è sempre lo stesso: "C'è solo un capitano". Interisti, milanisti o juventini, nessuno, proprio nessuno, smette di sorridere e applaudire e il campione argentino divenuto bandiera del calcio, amato per la sua correttezza dentro e fuori dal campo. Testimonial perfetto, con la sua "Fundacion Pupi" – organizzazione non profit fatta nascere insieme alla moglie Paola per aiutare bambini e famiglie disagiate nella zona di Buenos Aires – per regalare ai più giovani pillole di affettuosa normalità e pacata determinazione. ''Non mollate niente – suggerisce agli ospiti della comunità che lo aspettano nell'immenso refettorio -: credete sempre che c'è una alternativa migliore per ognuno di noi. Il calcio che è la mia passione – racconta – mi ha aiutato tantissimo a fare molte cose, soprattutto a fare le cose per bene. Se voi siete qui, credo che possiate prendere la strada giusta e di sicuro possiate iniziare a fare qualcosa per il futuro''. Qualcosa di bello, qualcosa ''di buono''. Fuori dalla sala, tra un autografo, una foto o una maglietta nerazzurra da firmare, Zanetti viene sommerso dal calore di giovani e non a cui dal palco, affiancato da Andrea Iacomini, portavoce dell'Unicef in Italia, racconta scene di vita: dall'adolescenza argentina, divisa tra la scuola e il sogno di diventare calciatore – non senza gli sforzi di una famiglia umile – e l'arrivo a Milano alla corte di Massimo Moratti. ''Ho sempre sognato di giocare a calcio – sorride – ma ho anche sempre studiato. La mia famiglia mi ha dato questi valori, ha fatto sacrifici per me: ci sono stati periodi in cui avevo un solo paio di scarpe, per la scuola e per giocare a pallone. La serie A – ricorda mi sembrava una cosa lontanissima, guardavo le partite di Maradona in televisione. Poi sono sbarcato a Milano: una città immensa, diversa dai quartieri umili in cui sono cresciuto''. Per questo, incita i ragazzi seduti ad ascoltarlo, ''non bisogna mai smettere di sognare. La carriera mi ha dato tanto: sono arrivato in una squadra come l'Inter con un presidente unico come Moratti, una grande famiglia''. Famiglia come quella di Sanpa. ''Mi fa enorme piacere essere qui – saluta Zanetti prima di fare nuovamente rotta su Milano – dobbiamo essere d'esempio per offrire a questi ragazzi una alternativa valida: credo meritino un'altra opportunità e mi auguro possano riprendere la strada giusta''.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Segui Altarimini