Esplosione bancomat Cattolica: in manette il secondo responsabile, era a Modena

E' stato rintracciato a Modena e arrestato sabato mattina dai carabinieri di Riccione un 40enne, bolognese, già gravato da pregiudizi di polizia. L'uomo sarebbe responsabile, in concorso con un altro...

A cura di Redazione Redazione
20 dicembre 2014 10:53
Esplosione bancomat Cattolica: in manette il secondo responsabile, era a Modena -
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E' stato rintracciato a Modena e arrestato sabato mattina dai carabinieri di Riccione un 40enne, bolognese, già gravato da pregiudizi di polizia. L'uomo sarebbe responsabile, in concorso con un altro concittadino già finito in arresto, dell'esplosione del Bancomat della Banca Unicredit, filiale di Cattolica, di via Giosuè Carducci, avvenuta la notte del 13 novembre 2011.
Quella notte, intorno alle 3, era stata una telefonata al 112 ad allertare i militari e a riferire di un forte boato e un'esplosione nei pressi della Banca Unicredit, i malviventi si erano allontanati su un'auto di grossa cilindrata portando via un bottino di 30mila euro.

Una pattuglia era prontamente giunta sul posto, accertato l'esplosione dello sportello e compiuto i rilievi del caso. Dai filmati del circuito di sorveglianza era stato possibile riconoscere solo due persone incappucciate, ma da un'analisi accurata effettuata sulla batteria lasciata sul posto era stata esaltata un’impronta papillare utile (dotata di tutte le creste papillari necessarie per risalire all’identità di un soggetto): con la batteria infatti i ladri avevano attivato il cortocircuito necessario all’esplosione dei gas dagli stessi immesso all’interno dello sportello bancomat.

L'impronta, inviata al RIS di Parma, aveva portato all'identificazione di uno dei responsabili, arrestato il 22 febbraio 2013. Si tratta di un 37enne, bolognese, nella cui abitazione furono rinvenuti degli utensili della stessa marca della batteria su cui era stata rilevata l’impronta papillare e una scheda telefonica con su impresse altre utenze, tutte attivate lo stesso giorno e intestate a cittadini stranieri, tecnica, questa, tipica di coloro che effettuano questi tipi di reati, che utilizzano sempre delle schede nuove per ogni singolo furto per eludere ogni tipo di attività di indagine.

Dopo qualche mese la banca dati della polizia ha dato al RIS di Parma anche un nome e cognome alla seconda impronta trovata, quella del 40enne che nel frattempo è stato arrestato per altri reati e foto-segnalato. I militari hanno eseguito la misura della custodia cautelare direttamente nel carcere di Modena, dove l’arrestato era già detenuto per un'altra causa.

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