L'Indiscreto: Novafeltria Calcio, storia di una scalata appena iniziata per l'entusiasmo di un paese
Nessun Chievo allora, nessun Albinoleffe e nessun Cittadella ora. E poi c'era il Novafeltria, squadra persa tra le montagne toscane e marchigiane con uno spritz di Romagna e poco più di 7000 abitanti...


Nessun Chievo allora, nessun Albinoleffe e nessun Cittadella ora. E poi c'era il Novafeltria, squadra persa tra le montagne toscane e marchigiane con uno spritz di Romagna e poco più di 7000 abitanti. Un presidente con le mani in acqua e l'entusiasmo di quello bello, lo stesso che l'aveva trasformata da una triste scomparsa a una forte compagine: il “Nova”, come veniva ed è affettuosamente chiamato da simpatizzanti e tifosi, si era imposto nei campionati di Promozione marchigiana nei tempi che fu fino a una discesa chiamata terza categoria. La speranza affidata alla fusione con la vicina Secchiano con l’adozione del bebè nominato “NovaSecchiano”. Una manciata di stagioni e un entusiasmo non certamente dei più trascinanti anche perché lo stadio non era più quello di casa. La scomparsa e la nuova ripartenza avvenuta nel 2011 con la neonata Vis Novafeltria. I colori da sempre quelli tradizionali, il giallo a rappresentare la luce, il sole e il giorno, il blu, la notte. In campo i ragazzi del posto, desiderosi di riportare quell’entusiasmo che in paese da troppi anni mancava. Dalla società una tappa obbligatoria. Un passaggio chiamato provino, un via-vai di ragazzi tesserati in fretta e furia per comporre la prima e storica rosa. Trenta o forse più ma nel calcio si sa meglio non rischiare. C’è chi vendeva la frutta, chi lavorava in fabbrica, chi guidava l’ambulanza e chi era alle prese con l’università. Tutti in campo per riportare il calcio e quell’amato pallone al “Comunale”. Guai a mancare! Una lista di soci, lunga quanto la Divina Commedia a comporre le prime locandine del paese che segnalavano l’evento, la partita della domenica. Ed ecco che tra un ripescaggio e una promozione la grande festa. Si torna in 1° categoria ma soprattutto si torna ad affrontare sfide dal sapore antico: derby con i cugini di vallata del Pietracuta e di campagna del Verucchio. La leggenda narra che gli attuali protagonisti che compongono la rosa abbiano messo addirittura da parte le loro storiche fidanzate per dedicarsi all’amante più ruspante, inutile e bizzarra che avessero mai immaginato incontrando il Novafeltria. Ma da dove parte l’impresa? La società ad agosto decide di affidarsi all’impasto sicuro, quello rappresentato dalla vecchia guardia che già nella stagione prima aveva dimostrato indiscutibile affidabilità. A questi Giulani (attuale Ds) pensa di aggiungere elementi del posto compiendo l’opera di convincimento: ragazzi impegnati all’università trascinati in campo (Rinaldi), rientri alla base di calciatori già visionati e avuti a propria disposizione (Matteo Sebastiani) sfruttando per ultimo, gli ottimi rapporti con il Pietracuta per aggiudicarsi i cartellini di Cupi ed Eugenio Sebastiani. Dalla tavola ai fatti! Sebastiani, il segretario, alla presa dell’ordine rimane esterrefatto: Giuliani blocca il presidente Cima e ordina champagne e fiorentina per tutti. L’antipasto è già bloccato: Ronci, Spadazzi, Casali, Antonelli, Ceccaroni, Fraboni, Fattori, Raffelli , Botticelli, Dominici, Fraboni, Giannini, Giorgi, Gori Paolo, Pacini, Rinaldi, Semprini Falconi Filippo, Mazzarini, Mirandi, Pilotto, Raffelli . Il vistoso vicepresidente del Novafeltria, un certo Giuseppe Mandrelli, detto “Peppo” pare che in quel momento fosse stato avvisato di tale scempio al cellulare, mentre stesse sfogliando la rivista Famiglia Cristiana, sua immancabile presenza dirimpetto al wc, fiondando la propria attenzione su un articolo posto proprio nel mezzo, lì dove si vedono i piccoli ganci della rilegatura, posto riservato ai “pezzi” più fortunati perché quelli che vengono scorti più facilmente. In quel momento forse ha pensato al miracolo. Una roba da rimanerci affascinato, incantato, da venir fuori dal bagno continuando a pensare: “che simpatici, sono proprio curioso di sapere come andrà l'anno prossimo”. Fu in quel momento, ancora inconsapevole, che si ritrovò insieme a tutta la dirigenza piombato in un tunnel da cui vidi la luce esattamente 10 mesi dopo: un'ossessione, la sua e la loro personalissima e fantastica ossessione della stagione calcistica 2015/2016, quella di una promozione avvenuta sul campo dal lontano 1972/73 quando sulla panchina sedeva un certo Elvio Selighini. Ma non solo! Quella di un manipolo di giovanotti che a suon di gol, pane e salame hanno scalato la montagna del calcio locale partendo dal fondo semplicemente indossando una tenuta da gioco e scarpette. Il gialloblù è tornato di moda a Novafeltria, domenica, al “Comunale”, la festa per l’abbraccio con il pubblico amico.
Daniele Manuelli