Nicolò, il 18enne accoltellato a Villa Verucchio racconta il dramma di Capodanno
Nicolò,18enne di Villa Verucchio premiato come chef e con una carriera da arbitro, si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato

di Riccardo Valentini
Nicolò è un ragazzo di Villa Verucchio con tante passioni e interessi. A soli 18 anni, frequentando l’ultimo anno dell’Istituto Alberghiero a Novafeltria, è stato premiato per la sua creatività in cucina e per aver saputo abbinare in modo innovativo il formaggio di fossa.
Aspirante chef, ma anche arbitro di calcio, un altro ruolo che mette in evidenza la sua meticolosità e il suo grande impegno. Ma la vita di Nicolò, che sembrava procedere a gonfie vele, è stata scossa da un evento drammatico la notte del 31 dicembre scorso a Villa Verucchio, quando, a causa di un tragico accoltellamento, ha rischiato di perdere la vita.
Nicolò, pur essendo appassionato di cucina e desiderando diventare un giorno chef o imprenditore del settore, ha deciso di seguire una strada più ambiziosa. “Vorrei studiare economia e gestire in futuro un ristorante, ampliando le mie prospettive”, ci racconta con entusiasmo.
La sua passione per la cucina gli ha fatto guadagnare un premio importante lo scorso novembre a Talamello in occasione dell’evento “l’Ambra di Talamello”, grazie alla sua proposta di un piatto creativo con il formaggio di fossa. “Ho pensato a una cialda di cioccolato ripiena di mascarpone al formaggio di fossa, accompagnata da cipolla croccante e caramello”, spiega Nicolò, descrivendo una ricetta innovativa che ha stupito i giurati e che gli ha permesso di vincere il premio, consegnatogli dalla sindaca Bianconi.
Ma Nicolò non è solo un ragazzo talentuoso in cucina. Ha un’altra grande passione: il calcio. Non più come giocatore, ma come arbitro. La sua carriera in questo sport è iniziata quasi per caso: dopo aver giocato a basket e poi a calcio per un paio di anni, gli è stata proposta l’opportunità di diventare arbitro.
“Mi è piaciuta subito l’idea – racconta –così ho frequentato un anno e mezzo di formazione per diventare ufficiale di gara”.
Da quel momento ha deciso di concentrarsi solo sull’arbitraggio, raggiungendo nel tempo buoni risultati, fino ad arrivare a dirigere partite in Prima Categoria. Ma l’accoltellamento della notte di Capodanno ha interrotto temporaneamente la sua carriera, con l’obbligo di fermarsi per riprendersi e tornare in campo i primi giorni di febbraio, probabilmente da categorie inferiori. “Mi piace arbitrare e vorrei proseguire su questa strada”, dice Nicolò, nonostante l’accaduto.
La notte di Capodanno: il dramma sfioratoLa tragedia è accaduta la notte del 31 dicembre, un evento che avrebbe potuto segnare tragicamente la sua vita.
Nicolò e i suoi amici avevano organizzato una festa per salutare l’anno nuovo in casa di amici a Villa Verucchio. La serata è stata però stravolta da un terribile episodio di violenza. “Ci hanno chiamato dei nostri amici dicendo che un altro amico era stato accoltellato“, ricorda Nicolò. Il gruppo si è subito diretto verso il luogo dell’incidente, dove i carabinieri erano già intervenuti.
“Abbiamo cercato di capire cosa fosse successo, quando improvvisamente, dopo che i carabinieri se n’erano andati, mi sono allontanato di qualche metro dal gruppo”, continua Nicolò.
Proprio in quel momento, un ragazzo rivelatosi poi il 23enne egiziano Muhammad Sitta da dietro lo ha accoltellato, ferendolo a pochi centimetri dal cuore e dal polmone. “Mi ha detto ‘sono stato io‘ e poi ho sentito il colpo”, racconta Nicolò con grande calma. Dopo essere riuscito a scappare, è stato soccorso rapidamente dai suoi amici, che hanno chiamato un’ambulanza che era già sul posto. In pochi minuti è stato trasportato all’ospedale Bufalini di Cesena, dove è stato sottoposto alle cure.
“Mi ritengo molto fortunato, avrei potuto perdere la vita”, confessa Nicolò, riferendosi alla gravità della sua ferita. Con la punta del coltello, infatti, il rischio di colpire organi vitali era concreto. “In una cittadina così piccola come Villa Verucchio, non avrei mai immaginato che potesse succedere una cosa del genere”, ammette, incredulo di fronte a quanto accaduto.
Non avevo mai incontrato Muhammad Sitta e non l’ho visto neppure quella sera, mi ha accoltellato alle spalle.
A distanza di dieci giorni dall’incidente, Nicolò cerca di superare l’esperienza traumatica.“Cerco di lasciarmela alle spalle e di concentrarmi su altro, sulla mia vita quotidiana”, dice con determinazione, ma non nasconde il turbamento causato dall’accaduto.
Nonostante il brutto colpo subito, Nicolò non si lascia abbattere e, con la forza di chi ha saputo lottare in un momento di grande difficoltà, guarda al futuro con speranza, portando avanti le sue passioni e facendo il possibile per realizzare i suoi sogni: diventare un arbitro e fare carriera nel mondo della ristorazione.
In bocca al lupo, Nicolò. Il tuo futuro è sicuramente brillante.