Niente abbattimento per il Ceis, lo ribadiscono gli archeologi: "Da valorizzare assieme all'anfiteatro"
L'assessore Lari: "iniziare a pensare all’anfiteatro e al Ceis insieme, ideale e reale laboratorio di convivenza tra storia e città"


Arriva la parola fine sul (presunto) dualismo tra l'anfiteatro romano e il Ceis. Lo studio degli archeologi Martina Faedi e Christian Tassinari, incaricati dal Comune di Rimini di concerto con la Soprintendenza, ha infatti stabilito la necessità di valorizzare in maniera integrata l'area, integrando la dimensione archeologica con quella urbanistica e archivistica. In sostanza il Ceis non si tocca, ma questo non toglierà forza agli interventi di valorizzazione dell'anfiteatro, che passano ad esempio da un a ricerca geofisica sull'area non edificata del Ceis e in quella libera tra i fabbricati dell'asilo svizzero. In particolare l'idea è effettuare un'indagine con metodi non invasivi, per verificare se ci sia traccia di anomalie del sottosuolo compatibili con strutture murarie pertinenti all'anfiteatro. L'amministrazione comunale seguirà le indicazioni dello studio, assieme alla Soprintendenza. Nel contempo l'assessore Michele Lari esprime soddisfazione per la svolta: "Non si tratta più di scegliere tra anfiteatro e Ceis, ma di comprendere come l’uno e l’altro possano coesistere e arricchirsi a vicenda". La valorizzazione dell’anfiteatro diventa, spiega Lari, "un’occasione per ripensare la sua percezione nel paesaggio urbano, restituendo alla città un luogo di connessione tra centro storico, quartieri e memoria collettiva". L'anfiteatro non è solo "una rovina antica da recuperare, ma un luogo vissuto e reinterpretato nel tempo, un simbolo di come il patrimonio possa convivere con la vita civile, mentre il Ceis viene rappresentato come un’esperienza educativa e comunitaria che ha anche aiutato a preservare il senso del luogo e non è più visto in maniera contrapposta e oppositiva". Lari ribadisce la coesistenza "tra sito archeologico e struttura educativa offrendo un’occasione unica: iniziare a pensare all’anfiteatro e al Ceis insieme, interpretandoli come un ideale e reale laboratorio di convivenza tra storia e città, tra memoria e innovazione, tra passato e futuro"