Padre spia Litvinenko: ristoratore a Rimini non ottiene asilo
Walter Litvinenko, il padre di Alexander Litvinenko, la spia russa morta avvelenata a Londra nel 2006, vive in Italia dal 2008 dove ha chiesto asilo che non gli è stato concesso e per questo si ritien...

Walter Litvinenko, il padre di Alexander Litvinenko, la spia russa morta avvelenata a Londra nel 2006, vive in Italia dal 2008 dove ha chiesto asilo che non gli è stato concesso e per questo si ritiene vittima di un "gioco politico" di cui accusa Silvio Berlusconi e la sua amicizia col premier russo Vladimir Putin. Lo scrive oggi il Guardian. Tesi che fonti di Palazzo Chigi smentiscono: "Nel caso dei familiari di Alexander Litvinenko le autorità italiane hanno semplicemente applicato la direttiva europea in materia e hanno così trasformato nella più stabile ‘protezione sussidiaria’ la ‘protezione umanitaria’ che avevano già ottenuto". La protezione sussidiaria (che per Walter Litvinenko e alcuni familiari è scattata il 5 febbraio scorso, mentre per altri le tutele erano già operanti) vale 3 anni ed é rinnovabile: consente, tra l’altro l’accesso allo studio, lo svolgimento di un’attività lavorativa, l’accesso al servizio sanitario, il diritto alle prestazioni Inps e all’assegno di maternità dei comuni. "E’ evidente perciò – concludono le stesse fonti della presidenza del Consiglio – che questa vicenda nulla ha a che fare con relazioni politiche o personali tra leader". Walter Litvinenko, che ha 71 anni, arrivò in Italia, scrive il giornale inglese, nell’aprile del 2008, a Senigallia, con sua moglie Lyuba. Otto mesi dopo li raggiunsero la figlia Tatiana con il marito e i loro due figli. Per ricongiungersi con un altro figlio, Maxim, un cuoco con cui ha aperto un ristorante a Rimini. E’ a questo punto che Walter Litvinenko ha presentato la sua domanda di asilo che, dice, è stata ignorata nonostante i rischi che correrebbe in Russia. Inoltre ritiene di essere perseguitato visto che il suo ristorante è stato chiuso dopo una serie di visite delle autorità, riporta ancora il Guardian, e per questa situazione non trova altra plausibile spiegazione che il desiderio di Berlusconi di non voler scontentare il Cremlino o il suo amico, dice, il primo ministro russo Vladimir Putin.