Petrella Guidi: arte, natura e...Fellini. Un borgo mozzafiato in Valmarecchia a pochi km da Rimini
Petrella Guidi è una meta ideale per trascorrere un weekend nel pittoresco entroterra della Valmarecchia

di Riccardo Valentini
La nostra rubrica domenicale ci porta alla scoperta del fantastico Borgo di Petrella Guidi, frazione del Comune di Sant’Agata Feltria, situata in Provincia di Rimini, posizionato al centro della Valmarecchia, per raggiungerlo da Novafeltria occorre procedere in direzione monte. Prima di arrivare a Ponte Messa, al centro della diretta in prossimità del ponte che attraversa il fiume Marecchia, si gira a destra e si sale fino a raggiungere il borgo. Come sempre, consigliamo di raggiungerlo in bicicletta o perché no anche in moto, per poter meglio assaporare ed ammirare la bellezza di questi luoghi.

La strada in salita, oltre a non essere trafficata, offre panorami molto suggestivi e pittoreschi; alcuni tratti sono stati recentemente riasfaltati, rendendoli adatti per una piacevole pedalata o gita in moto. Dopo circa un chilometro, la strada attraversa la località Casalecchio, un piccolo agglomerato di poche case che si estende ai lati della strada, facente parte della parrocchia di Petrella Guidi. Attualmente è il centro abitato più popolato della zona. Proseguendo sulla sinistra, si trova il bivio per un altro delizioso borghetto, Ca’ Bardai, anch’esso parte di Petrella Guidi.

Petrella Guidi: un borgo pieno di sorprese
Appena arrivati a Petrella Guidi, siamo accolti dal gentilissimo signor Gabriele Giannini, arrivato a bordo del suo Ape car. Gabriele è il custode e la memoria storica del borghetto, qui vi è nato e vi ha sempre vissuto. Il borghetto si sviluppa su una piccola collina che domina gran parte della Valmarecchia, offrendo una vista mozzafiato su Pennabilli e il monte Carpegna.


Gabriele, 77 anni, ci accompagna tra le strette viuzze del borgo e, passo dopo passo, ci svela i segreti e le chicche del luogo che sicuramente molte persone del posto non conoscono, io stesso ammetto di non aver mai visitato questo luogo, e con questo modesto articolo speriamo di diffondere la sua bellezza e di incoraggiare le persone a visitarlo, perché Petrella Guidi merita veramente di essere raccontata e soprattutto visitata.

Intanto, il borgo è ben tenuto, anche se attualmente vi abitano solo 4 famiglie. Agli albori, qui erano presenti 20 famiglie, c’era un’osteria e una bottega di alimentari. “Oggi per fare la spesa – racconta Gabriele – ci spostiamo a Ponte Messa, Sant’Agata Feltria o Novafeltria. Se dovessi scegliere tra l’abitare qui o a Rimini, dove tutte le comodità sono a portata di mano, sceglierei comunque Petrella, si sta troppo bene“.
Passeggiando per le vie ci racconta che molte case sono state acquistate e ristrutturate da forestieri, in particolare bolognesi; è grazie a loro se ora il borghetto, soprattutto in estate, torna a vivere.

Appena entrati, notiamo subito la piccola insegna de “Il Castello Fatato”, un casolare completamente ristrutturato, di proprietà di una signora milanese originaria di qui, dove all’interno ha realizzato delle camere che affitta. Man mano che procediamo nella passeggiata, scopriamo che una parte del borgo è chiamata “Il Borgo del Sole e della Luna” (un borghetto dentro il borgo).
In questo borghetto, nel 1992, ha acquistato casa e anche l’ Osteria del Sole e della Luna “Anita” il noto pittore di fama internazionale Antonio Saliola, colui che ha ridato vita al borgo con la sua creatività. Di Petrella Guidi, Saliola ne ha fatto il proprio luogo dell’anima: qui ha dato alla luce un orto-giardino reale chiamato “Il Quasi Orto”, usando fiori, piante, scale e muretti invece di pennelli e colori per una passeggiata di otto stanze.

“Un giorno – racconta Gabriele – Saliola si presentò con un famoso fotografo di Bologna, il quale fotografò tutte le famiglie del posto di fronte alla sua osteria, una sorta di censimento artistico. Queste foto oggi sono esposte all’interno della torre del castello“.

Continuando la passeggiata tra le strette vie, Gabriele ci fa notare una porzione di borgo molto ben ristrutturata e ci rivela che all’interno c’è anche un ascensore; infatti, è l’abitazione del Conte Francesco Saverio Guidi, il quale ora vive a Roma ma ha fatto ristrutturare appunto il vecchio casolare, che è quasi un castello. Nel periodo estivo, a volte, ritorna qui.

La nostra attenzione si focalizza su un’altra chicca perfettamente ristrutturata, che fuori dal cancello esibisce la targhetta “Petrella Guidi Historical Hideaway”. In realtà, si tratta di un lussuoso albergo con all’interno palestra, piscina e tutti i comfort a 5 stelle, provvisto anche di una piazzola per l’atterraggio degli elicotteri. È un luogo frequentato da persone che possono permettersi soggiorni molto lussuosi. Questa struttura è stata acquistata dall’ex proprietario della nota casa di moda Mandarina Duck, leader nella produzione di borse in pelle dal design italiano. L’imprenditore (che per motivi di privacy non nominiamo) si è innamorato così tanto del posto al punto da costruire una struttura del genere, mantenendo però intatta la conformazione del borgo.


Nel frattempo, ci raggiunge anche un altro amico del posto, Nazzareno Cedrini. Insieme continuiamo l’interessante viaggio all’interno di questa perla.


Saliamo e raggiungiamo l’arco che mostra gli stemmi dei conti Oliva e dello Stato Pontificio, e giungiamo alla chiesa di Sant’Apollinare, risalente al XIV secolo. Gabriele possiede le chiavi e gentilmente ci accompagna all’ingresso. La chiesa, che non svolge più funzioni religiose, viene aperta solo occasionalmente per i turisti e vanta due leggende.
La prima narra che la porta d’ingresso sia orientata verso Sant’Apollinare in Classe di Ravenna poiché i primi predicatori provenivano da quella zona. La seconda leggenda racconta che dietro l’altare si erge in muratura la grande immagine della Madonna Vergine della Misericordia, risalente al XIV secolo, originariamente collocata all’esterno del borgo in un luogo chiamato “L’ortaccio“. Dopo la costruzione della chiesa, la Madonna fu trasferita all’interno con grandi sforzi trainata dai buoi, ma il giorno successivo fu ritrovata di nuovo all’ortaccio.

Questo ciclo si ripeté per diverse volte, fino a quando, il 2 maggio la statua rimase definitivamente dentro la chiesa. Nacque così la festa del 2 maggio, nota come la festa di “do” nel dialetto locale. Negli anni ’80, con il cambiamento delle attività lavorative, la festa fu spostata alla prima domenica di maggio e rinominata festa della Madonna del Castello. La chiesa, costruita nel 1651, ha subito una rifacimento del tetto, realizzato riutilizzando alcuni mattoni originali. Durante il restauro, sono emersi dei merletti che sono stati restaurati e riportati alla loro antica bellezza. Questi merletti erano stati coperti di calce durante l’epidemia di colera per sterilizzare gli ambienti.
Le lapidi in ricordo di Federico Fellini e Giulietta Masina
