Un 42enne imprenditore di nazionalità straniera, residente da anni nel riminese, è stato oggi (martedì 19 settembre) destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, provvedimento firmato dal gip Ceccarelli, su richiesta del Sostituto Procuratore Ercolani, nell’ambito di un fascicolo aperto per maltrattamenti in famiglia e detenzione illegale di arma da fuoco.
A scatenare la rabbia dell’uomo, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, è stata la decisione della moglie di separarsi da lui. Da quel momento il 42enne ha iniziato ad avere un atteggiamento violento: percosse anche in presenza dei figli, tentativi di strangolamento. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l’indagato avrebbe minacciato la donna di morte se avesse dato seguito ai suoi propositi di lasciarlo. Minacce di fare “una strage” invece se non avesse interrotto la telefonata, in un’altra occasione, dopo aver sorpreso la donna al telefono con i Carabinieri.
I due coniugi vivevano da separati in casa. E secondo quanto denunciato dalla donna, lui si era arrampicato alla finestra per entrare nella sua camera, con il proposito di aggredirla.
In merito del possesso di una pistola Beretta da parte del suo assistito, rinvenuta dai Carabinieri nell’abitazione dell’uomo, con alcune munizioni, l’avvocato Sharon Baiocco ha evidenziato all’ANSA: “Non sapeva neanche dell’esistenza di quella pistola, che chiunque avrebbe potuto piazzare nel luogo dove l’hanno trovata”.
Sull’accusa di maltrattamenti in famiglia: “È un imprenditore di origine albanese perfettamente integrato che vive da anni in Italia dove sono nati i tre figli. I comportamenti che gli vengono attribuiti sono stati esagerati perché rientrano in un periodo in cui la coppia si stava separando”