Pino Boschetti. Dipingere in dialetto: la mostra dell'artista che ha catturato l'essenza della Romagna
Inaugura il 3 agosto nella sede del Palazzo del Fulgor al Fellini Museum


Un poeta delle immagini che ha saputo catturare l’essenza della vita quotidiana della nostra terra, fermare atteggiamenti, movenze, dettagli di strade e crocicchi, dargli voce e colore trasformandoli in opere d’arte. Inaugura il 3 agosto (alle ore 18 nella sede del Palazzo del Fulgor – Fellini Museum, alla presenza delle autorità, dei curatori e dei famigliari dell’artista) la mostra “Pino Boschetti. Dipingere in dialetto”, una monografica dedicata al pittore santarcangiolese che, con la sua pittura, ha immortalato momenti di vita e paesaggi che sono parte integrante del patrimonio emotivo e identitario della Romagna.
La personale antologica di Boschetti, autodidatta e osservatore acuto della vita quotidiana del suo paese, ci conduce, attraverso 92 quadri ad olio e 30 disegni preparatori molti dei quali mai visti prima, in un viaggio visivo che racconta la ricchezza della vita di ogni giorno facendo emergere una poetica fatta di dettagli che ritrae monumenti, palazzi, angoli, tratti di mura, torrioni, acciottolato, capace di restituirne lo spirito, la vivacità. Un artista che della sua gente ha fermato atteggiamenti, movenze e di cui ha trasmesso anima, sentimenti, colori, pensieri.
La sua arte, profondamente radicata nella cultura locale, trova idealmente risonanza nella poetica della “Scuola di poesia santarcangiolese” come è stata definita dai linguisti del Novecento la schiera di poeti e scrittori che ha lasciato un segno nella letteratura del secolo scorso: Tonino Guerra, Nino Pedretti, Raffaello “Lello”Baldini, Gianni Fucci, Rina Macrelli, Flavio Nicolini, Giuliana Rocchi. Un racconto che al posto delle parole usa le immagini con la potenza narrativa della poesia dialettale, dotata di universalità e bellezza. Le opere esposte saranno accompagnate da proiezioni e attività performative che arricchiscono l’esperienza visiva, creando un dialogo tra immagini e parole. In questo percorso, le poesie di autori come Baldini, Guerra e Pedretti, lette da Annalisa Teodorani, offrono una dimensione “altra” che amplifica l’intensità emotiva delle tele di Boschetti.
La scelta del Palazzo del Fulgor come sede della mostra non è casuale: questo luogo, intriso della magia cinematografica di Fellini, celebra l’arte della narrazione visiva e ci permette di immergerci nel mondo di questo poeta delle immagini, meraviglioso narratore di storie.
L’esposizione, promossa dai musei del Comune di Rimini con il contributo della Regione Emilia Romagna e la collaborazione del Comune di Santarcangelo, si inserisce all’interno del progetto “Lingue di confine” dedicato all’arte in dialetto, che esplora le profonde connessioni tra la lingua madre e le espressioni artistiche attraverso la poesia, il teatro e la pittura. La mostra è visitabile fino al 20 ottobre negli orari di apertura del palazzo del Fulgor (info: fellinimuseum.it/il-museo).
