Precipita dal cantiere e rimane paralizzato, dopo 15 anni la ditta è assolta

Paralizzato dopo la caduta del cantiere. La ditta che installò il ponteggio non ebbe responsabilità.

A cura di Riccardo Giannini Redazione
04 maggio 2024 16:58
Precipita dal cantiere e rimane paralizzato, dopo 15 anni la ditta è assolta - Ponteggio REPERTORIO
Ponteggio REPERTORIO
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Nel luglio 2009 un operaio 50enne cadde da un’altezza di 6 metri, mentre era impegnato in un cantiere edile a Rimini, finendo in uno scavo e rimanendo paralizzato. Dopo 15 anni, è arrivata la parola fine alla vicenda giudiziaria: per la legale rappresentante della ditta che aveva installato il ponteggio era stata dichiarata la prescrizione del reato, ma la donna, attraverso l’azienda, rischiava una maxi sanzione di 75.000 euro, come richiesto dalla Procura.

Il processo era nato dalle indagini della Procura, a seguito del sopralluogo della polizia giudiziaria del Dipartimento di Salute Pubblica dell’Ausl, che aveva rilevato l’assenza di una parte dell’impalcatura, sostituito da una tavola di legno. Proprio passando in quel punto l’operaio era caduto nel vuoto ed era stato estratto, vivo, dallo scavo dai Vigili del Fuoco. Le operazioni chirurgiche in ospedale scongiurarono la morte, ma il 50enne subì come conseguenza dell’incidente un’invalidità permanente.

A processo erano finiti il committente dei lavori, il proprietario dell’immobile, poi deceduto nel corso del processo, il geometra che dirigeva i lavori, i titolari della ditta che stavano eseguendo l’intervento e appunto la legale rappresentante della ditta che aveva installato il ponteggio, difesa dall’avvocato Roberto Brancaleoni. In primo grado fu dichiarata la colpevolezza degli imputati, condannati a due anni di reclusione e a un risarcimento di un milione di euro.

In appello le sentenze furono condannate, tranne per l’imputata assistita dall’avvocato Brancaleoni. Il ricorso in appello fu accolto, ma prima del giudizio intervenne la prescrizione. La procura però fece ricorso alla Cassazione: in pratica la prescrizione ebbe effetto solo sulla persona (la legale rappresentante), mentre rimase l’imputazione a carico della ditta. Così proseguì il separato giudizio per l’imputazione a carico della ditta, difesa dall’avvocato Roberto Brancaleoni, secondo la legge sulla responsabilità degli enti (decreto legislativo 231 del 2001). Da qui un nuovo processo iniziato il dicembre 2022 presso il Tribunale di Rimini, concluso con l’assoluzione perché il fatto non sussiste, mentre la Procura aveva chiesto 75.000 euro di sanzione e l’interdizione delle attività per 30 giorni.

La difesa infatti rilevò che “il ponteggio, inizialmente montato a regola d’arte, era stato oggetto di manomissione da parte di alcuni operai della ditta che eseguiva i lavori, all’insaputa della ditta fornitrice del ponteggio”. 

Roberto Brancaleoni, presidente dell’ordine degli avvocati di Rimini
Roberto Brancaleoni, presidente dell’ordine degli avvocati di Rimini

“Ci sono voluti 15 anni – commenta l’avvocato Roberto Brancaleoni – ma alla fine è stata giustamente riconosciuta dal Tribunale l’innocenza della mia assistita, che non doveva rispondere di una manomissione volontaria commessa da altri su un ponteggio che aveva regolarmente installato. Se fosse stata accolta la richiesta di condanna all’interdizione dall’attività, sarebbe stata la rovina per la Società e per i tanti dipendenti ai quali dà lavoro”.

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