Migranti, intesa con Albania nel mirino della Cassazione, il governo attacca: “I nostalgici dei porti aperti"
Scontro tra giustizia e politica sull’accordo Italia-Albania: la Suprema Corte ne contesta la legittimità, l'Esecutivo replica "è modello per l’Europa"

Il protocollo tra Italia e Albania per il trattenimento dei migranti torna al centro del dibattito politico e istituzionale. In una corposa relazione tecnica, l’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione ha evidenziato "numerose criticità" dell’accordo, sollevando dubbi di compatibilità con la Costituzione, il diritto internazionale e il diritto dell’Unione Europea. A riportarlo è il quotidiano il Manifesto, che cita il documento della Suprema Corte, secondo cui anche la dottrina giuridica ha espresso forti perplessità sull'impianto normativo dell’intesa.
Ma mentre la magistratura analizza il patto con l’Albania sotto il profilo della legalità costituzionale e internazionale, il governo difende a spada tratta la propria linea migratoria. A intervenire è il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, che attacca: “Mentre in Europa l’approccio del governo Meloni viene adottato come modello, in Italia c’è chi sembra più impegnato a ostacolarlo. È fin troppo evidente a chi giovi questo atteggiamento”.
Secondo Foti, l’iniziativa italiana ha determinato un “cambio di passo” nella strategia europea sul fronte migratorio, spostando l’attenzione verso la cooperazione con i Paesi di origine e di transito, il controllo delle frontiere esterne e il rimpatrio rapido dei migranti irregolari.
“L’Italia – afferma il ministro – oggi segna la rotta in Europa per una gestione più concreta, responsabile e sicura del fenomeno migratorio. Impedire le partenze irregolari è il modo più efficace per salvare vite e colpire le reti dei trafficanti”.