Questo museo bolognese ti farà vedere il passato con occhi diversi: la villa che racconta storie di vita contadina
Scopri Villa Smeraldi a Bentivoglio: museo della civiltà contadina, parco romantico, cipresso monumentale e segreti dalla Seconda guerra.

Villa Smeraldi si erge lungo il suggestivo tracciato del Canale Navile, nel cuore della Pianura Bolognese, precisamente nella frazione di San Marino di Bentivoglio, a pochi chilometri da Bologna. Immersa in un paesaggio rurale intatto, la villa rappresenta una delle più significative testimonianze di architettura padronale emiliana legata al mondo agricolo. La sua costruzione risale al 1783, quando i Conti Zambeccari decisero di trasformare questo appezzamento in una residenza estiva agricola, in linea con lo stile delle dimore di campagna nobiliari del tempo.
Nel corso del XIX secolo, la proprietà fu ampliata e rinnovata, con l’aggiunta di una torre neogotica e la realizzazione di un parco romantico secondo la moda paesaggistica inglese, con viali sinuosi, laghetto artificiale, grotte scenografiche, statue e padiglioni. Il progetto fu probabilmente affidato a un architetto paesaggista attivo anche nei giardini delle ville nobiliari modenesi e bolognesi. Nel 1922, la villa fu acquistata dall’imprenditore agricolo Rigoberto Smeraldi, che trasformò la tenuta in una moderna azienda agricola e in un centro di allevamento di cavalli purosangue. Durante la sua gestione furono potenziate le strutture agricole, installati nuovi impianti e riorganizzati gli spazi funzionali dell’azienda.
Nel secondo dopoguerra, l’intera proprietà subì un lento declino fino a quando, tra il 1970 e il 1975, fu acquisita dalla Provincia di Bologna con l’obiettivo di fondare un museo dedicato al mondo rurale. Nacque così il Museo della Civiltà Contadina, che oggi conserva oltre 10.000 oggetti originali, tra cui strumenti da lavoro, utensili per la casa, attrezzi per la coltivazione e per l’allevamento, materiali fotografici e audiovisivi che documentano la vita quotidiana nelle campagne emiliane tra Ottocento e Novecento.
Un museo nella natura della Pianura Bolognese
La bellezza e il valore didattico di Villa Smeraldi non si limitano agli ambienti museali interni. Il complesso rurale annesso alla villa padronale è stato conservato con grande attenzione: esso comprende una stalla storica, un granaio in muratura con capriate in legno, una ghiacciaia sotterranea, la casa del fattore, un forno per il pane, un lavatoio, e una porcilaia, tutti perfettamente restaurati per illustrare al visitatore l’intero ecosistema di una grande azienda agricola della pianura emiliana tra XIX e XX secolo.
Particolarmente affascinante è il parco paesaggistico, progettato in stile romantico a metà ‘800 dai Conti Zucchini, proprietari successivi agli Zambeccari. Oltre al laghetto centrale attraversato da un ponticello in ferro battuto, ospita statue classiche, grottini artificiali, un belvedere e numerosi esemplari arborei di pregio. Tra questi, spicca un rarissimo cipresso calvo (Taxodium distichum), alto oltre 25 metri e con circonferenza di base di 422 cm, candidato a diventare albero monumentale riconosciuto dalla Regione Emilia-Romagna.
Ogni anno, il museo promuove feste stagionali, mercatini bio, rievocazioni storiche, laboratori per bambini e mostre sulla canapicoltura, l’apicoltura e le tradizioni legate alla vita agricola. Le scolaresche possono partecipare a percorsi didattici immersivi, mentre i visitatori possono degustare i prodotti locali e visitare il pomario con oltre 500 varietà di alberi da frutto tipici dell’Emilia-Romagna.
Una storia di guerra e rinascita
Anche durante il Novecento più turbolento, Villa Smeraldi ha avuto un ruolo rilevante. Durante la Seconda guerra mondiale, l’edificio fu infatti requisito dalle forze tedesche e trasformato in comando militare, con la torre neogotica usata come osservatorio antiaereo. Il parco fu mimetizzato per nascondere postazioni e rifugi, e gli interni subìrono modifiche funzionali. Dopo la Liberazione, il sito fu progressivamente dismesso e solo la visione della Provincia permise il salvataggio di questo straordinario insieme architettonico e agricolo.
Oggi, Villa Smeraldi è diventata un punto di riferimento culturale per tutta la pianura bolognese. Il museo fa parte della rete regionale “Musei del Mondo Rurale” e collabora attivamente con enti agricoli, scuole, università e associazioni del territorio. I proventi delle attività vengono in parte reinvestiti nella manutenzione del verde, nella catalogazione del patrimonio storico e nell’ampliamento dei percorsi didattici. La valorizzazione di Villa Smeraldi non è solo un omaggio al passato agricolo emiliano, ma una vera piattaforma educativa sul rapporto tra uomo, terra e cultura in Emilia-Romagna.