Referendum senza quorum, affluenza ferma al 30,6%. Il governo esulta

Affluenza bassa e quorum mancato per tutti e cinque i referendum su lavoro e cittadinanza: alle urne si è recato soltanto il 30,6% degli aventi diritto. Un dato che determina il fallimento delle consultazioni e accende il confronto politico. 

Il centrodestra esulta. "Il governo ne esce rafforzato, la sinistra indebolita", dichiara il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. Dura anche la reazione del presidente del Senato, Ignazio La Russa: "La volgarità degli insulti della sinistra ha schifato gli elettori". 

Dall’altra parte, il segretario della CGIL Maurizio Landini, tra i promotori dei quesiti referendari legati al lavoro, riconosce la sconfitta ma non intende fare un passo indietro: "Dimissioni? Non ci penso proprio". 

Nel Partito Democratico il risultato alimenta tensioni interne. La segretaria Elly Schlein sottolinea come "oltre 14 milioni di persone si siano recate al voto, più di quante hanno sostenuto la destra alle elezioni politiche del 2022, portando Giorgia Meloni al governo". Una lettura contestata però dall'eurodeputata riformista Pina Picierno, che parla di "una sconfitta profonda e di un enorme regalo alla premier". 

Il vicepremier Antonio Tajani rilancia la proposta di una riforma della legge sui referendum, proponendo di innalzare la soglia del numero di firme necessarie per promuovere i quesiti. 

Intanto, nei ballottaggi per le elezioni comunali, il centrodestra è avanti a Matera con Nicoletti, mentre a Taranto prevale il centrosinistra con Bitetti.