Riccione: pino monumentale di Villa Salvatori a rischio abbattimento. L'appello delle associazioni ambientaliste
Le associazioni ambientaliste hanno ribadito il valore ambientale e storico-culturale del pino

“Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie”, scriveva Giuseppe Ungaretti per descrivere con grande efficacia la condizione e le flebili speranze di vita dei soldati costretti nelle trincee sul Carso durante la prima guerra mondiale. Ed è questa, pare, la condizione del grande Pino di Aleppo, come degli altri grandi pini rimasti ora in piedi nell'area di cantiere della ex Villa Salvatori a Riccione.
Si è svolto infatti oggi, in Comune a Riccione, l'incontro richiesto dalle associazioni ambientaliste per cercare di salvare almeno il grande albero, ultracentenario e sanissimo, di oltre 26 metri di altezza, con un tronco di circa 120 cm di diametro e 370 cm di circonferenza. Per le sue dimensioni e qualità ambientale, anche la Regione propone di inserirlo negli elenchi delle piante monumentali, che possono usufruire di contributi regionali per la cura e la manutenzione.
All’incontro hanno partecipato, oltre all’assessore Andruccioli e alla dirigente Mambelli, anche i progettisti dello Studio Lepri di Riccione, autori del progetto. Il confronto è stato serrato e anche acceso, ma le associazioni sperano risulti costruttivo e positivo per salvare almeno il grande Pino. Tuttavia, la situazione resta incerta, legata alla possibilità di un accordo fra la proprietà e il Comune.
L’intervento edilizio ha infatti ottenuto tutte le autorizzazioni e la sorte delle altre 21 piante ora presenti nell’area, tra cui anche alcuni pini domestici, è quindi segnata. Secondo il progetto, saranno ripiantati altri alberi, ma prima che i nuovi alberelli arrivino a svolgere le stesse funzioni delle grandi piante mature e sane ora esistenti passeranno decenni. In un’epoca segnata dai cambiamenti climatici e dalle ondate di calore sempre più gravi, questo rappresenta un danno per i residenti e per l’intera città.
Le associazioni ambientaliste hanno ribadito non solo il valore ambientale del pino, che con il suo tronco enorme e la sua maestosa chioma racchiude molte tonnellate di CO₂ ed è un vero impianto naturale di condizionamento e depurazione dell’aria per la città, ma anche il suo valore paesaggistico e storico-culturale. La sua nascita risale con ogni probabilità alle origini di Riccione come Perla Verde dell’Adriatico. Hanno inoltre sottolineato ai progettisti che la sua presenza, in un punto del tutto marginale dell’area e non al centro, rappresenterebbe un valore aggiunto anche per l’arredo verde della nuova Residenza, che ne guadagnerebbe in pregio e immagine.
Salvarla e mantenerla come pianta monumentale – unica in Regione e rara anche a livello nazionale – sostenuta da contributi regionali per la sua cura e manutenzione, sarebbe una scelta coraggiosa e un motivo di orgoglio per l’Amministrazione Comunale, per la nuova proprietà (Rerum Capital SpA) e per gli stessi architetti progettisti.
Le associazioni: "Come ambientalisti e persone che difendono la salute dei cittadini, non interessi di parte, facciamo quindi ancora appello alla loro sensibilità e buona volontà: trovare un accordo col Comune per salvare il Pino dipende ora solo da loro. Insistere per abbatterlo sarebbe invece uno scandalo, anche se legittimato dalle autorizzazioni ricevute."
