Rimini, 195 casi di violenza psicologica in un anno: potenziato il supporto del Centro Antiviolenza

Il Comune stanzia oltre 20 mila euro di fondi regionali per ampliare consulenze e ospitalità nelle Case Rifugio, a sostegno delle vittime di violenza e dei loro figli

A cura di Redazione
12 agosto 2025 12:30
Rimini, 195 casi di violenza psicologica in un anno: potenziato il supporto del Centro Antiviolenza - Violenza sulle donne foto di repertorio
Violenza sulle donne foto di repertorio
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Sono stati 195 casi i casi di violenza psicologica registrati nel 2024 dal Centro Antiviolenza comunale di Rimini. Un dato significativo confermato anche dalle 263 consulenze psicologiche svolte nel servizio proposto dalla Casa delle donne. "Sono storie di ferite invisibili, ma profonde, parole che annientano, silenzi che isolano, controlli che soffocano. Per rafforzare il presidio territoriale, il Comune di Rimini ha stanziato più di 20 mila euro di risorse regionali, destinate a potenziare le attività di supporto psicologico offerte dal Centro Antiviolenza e dalle Case Rifugio", evidenzia l'amministrazione comunale. 

In totale nel 2024 sono state 282 le donne accolte dal centro antiviolenza, di cui 235 nuovi ingressi, e 6.935 le notti di ospitalità garantite a 39 donne e 33 figli minori nelle case rifugio.
Anche gli sportelli della Casa delle Donne confermano il bisogno crescente di ascolto: 311 appuntamenti nel 2024, di cui 263 per consulenze psicologiche.  “Il supporto psicologico – sottolinea la vicesindaca Chiara Bellini - è molto più di un servizio: è un gesto di cura, un ponte verso la rinascita. Accompagnare una donna e i suoi figli nel percorso di uscita dalla violenza significa aiutarli a ritrovare fiducia, voce, identità. È un cammino fragile, che ha bisogno di tempo, ascolto profondo e mani esperte. Per questo è essenziale investire in realtà stabili, accoglienti, capaci di offrire percorsi su misura, senza giudizio. Rompi il Silenzio lo fa con passione e la competenza con cui ogni giorno si prendono cura di chi ha vissuto il dolore più silenzioso. Insieme, istituzioni e terzo settore, possiamo davvero fare la differenza nella vita delle persone più vulnerabili”.

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