Rimini, 66enne a processo per violenza su minore e materiale pedopornografico
Accusato di aver circuito una minorenne sul web

Un uomo 66enne artista di strada che vive a Rimini è a processo per violenza sessuale su minore e pedopornografia perché avrebbe circuito e soggiogato una 16enne conosciuta in rete. Alla ragazza, come riporta l’Ansa, avrebbe estorto foto porno che avrebbe poi inserito nel circuito web. Ieri a Rimini, l’ultima udienza istruttoria del processo a carico del 66enne che non si è mai presentato davanti ai giudici per rispondere e difendersi da un’accusa così infamante.
La pubblica accusa, il Pm della distrettuale di Bologna, ha interrogato i tre testimoni principali, i genitori della ragazzina e la poliziotta che all’epoca dei fatti indagò sul 66enne e altri soggetti rimasti ignoti. Mamma casalinga e papà poliziotto non si sono costituiti parte civile nel processo ma nonostante questo hanno deciso di testimoniare contro l’uomo . Mamma e babbo, vivono in Toscana, e nell’inverno del 2019, scoprono un po’ per caso che la loro figlia era stata attirata in una rete terribile.
“Nostra figlia è una ragazza con qualche problema, si fida di tutti e pur di avere affetto dalle persone non riesce a difendersi”. La ragazza all’epoca dei fatti aveva 16 anni, arrivata da un passato difficile, come bambina del progetto Chernobyl, per l’accoglienza di minori, era stata adottata dai genitori in Italia dopo un periodo in un istituto in Paese dell’Est. Molto chiusa e riservata, a 16 anni era stata iscritta alle scuole medie e anche se più grande degli altri non aveva ancora sviluppato un carattere da adulta. “Era febbraio del 2018, quando nostra figlia ha iniziato a dare segni di cambiamento – racconta la mamma -. Un giorno fui contattata dall’insegnate di sostegno che mi disse che mia figlia si era addormentata in classe. Poi la triste verità, la 16enne dall’altra parte del filo era stata agganciata da un predatore sessuale che la ricattava e la minacciava se non avesse risposto immediatamente alle sue telefonate. “Aveva minacciato di morte me e mio marito – dice ancora la madre della ragazzina -, arrivando a chiamare al numero fisso di casa. Le faceva scattare foto porno e se le faceva inviare. Quando nostra figlia si negava o non rispondeva per un po’ la minacciava”. A quel punto abbiamo presentato denuncia. Dalla Toscana, la polizia di Stato è riuscita a rintracciare il 66enne, siciliano, che all’epoca si diceva artista di strada residente a Rimini, ma al momento non è mai comparso davanti al Tribunale. La prossima udienza è fissata al 17 ottobre quando sarà ascoltata la ragazza e si chiuderà la fase istruttoria con eventuale discussione e sentenza.