Rimini apre i primi Nodi Territoriali di Salute. Alice Parma "luoghi di relazione per dare risposte concrete"
Un nuovo modello di cura integrata con infermieri di comunità e servizi vicini alle persone. Alice Parma: “Investiamo sul territorio e sui professionisti della salute”

Rimini inaugura una nuova stagione per la sanità di prossimità con l’apertura ufficiale dei primi quattro Nodi Territoriali di Salute, un progetto innovativo che porta i servizi sanitari e sociali dentro i quartieri, vicino alle persone, costruendo relazioni, prevenzione e ascolto. Si tratta del primo passo di un percorso più ampio, che prevede dodici sedi diffuse sul territorio cittadino, con l’obiettivo di creare una rete capillare e integrata di cura.
Una trasformazione del modello assistenziale che poggia le sue fondamenta su professionisti qualificati come gli infermieri di comunità, figure sempre più centrali nel sistema sanitario dell’Emilia-Romagna.
È su questo che pone l’accento la consigliera regionale Alice Parma, che sottolinea come la Regione stia investendo con determinazione sia nelle strutture di prossimità, sia nella valorizzazione delle professioni sanitarie che ne rappresentano l’anima operativa. “I Nodi Territoriali di Salute attivi a Rimini non sono semplici sportelli, ma luoghi di relazione, ascolto e presa in carico, dove équipe formate da infermieri, assistenti sociali, OSS di quartiere, psicologi, educatori e operatori del terzo settore lavorano insieme per dare risposte concrete e integrate ai bisogni delle persone, in collaborazione con la medicina generale e i servizi ospedalieri. Un approccio che mira non solo a semplificare l’accesso alle cure, ma anche a prevenire e a costruire salute nei contesti di vita quotidiana, coinvolgendo famiglie, associazioni, volontariato e cittadini” commenta Parma, che prosegue. “La pandemia ci ha insegnato che il territorio è il vero fronte della cura. Ecco perché la Regione Emilia-Romagna ha scelto di puntare sulla medicina di comunità, sui servizi domiciliari e sulla figura dell’infermiere di prossimità. È proprio sugli infermieri che vorrei soffermarmi: sappiamo che le criticità della categoria sono tante e comportano a livello nazionale una carenza di professionisti rilevante. Troppo spesso tuttavia i nostri infermieri fuggono all’estero per stipendi migliori e qualità della vita lavorativa più adeguata: non possiamo permettercelo. Dobbiamo investire con lungimiranza affinché i giovani tornino a studiare infermieristica all’università perché trovano nella professione che li aspetta un traguardo importante e allettante. Dobbiamo farlo anche guardando in faccia le caratteristiche della nostra popolazione, che va via via verso un invecchiamento maggiore, che richiede una maggiore assistenza. È anche per questo che dall’avvio di questa legislatura regionale abbiamo, insieme al Presidente De Pascale e all’assessore alla salute Fabi, posto l’accento su questa professione sanitaria, condividendo i temi centrali su cui lavorare insieme, come il benessere lavorativo del personale, gli investimenti nella formazione e il rafforzamento della sicurezza, anche attraverso strumenti di prevenzione e corsi specifici. Servono politiche di retention del personale infermieristico, che passano ovviamente dal salario e dall’implementazione di politiche di welfare aziendale. Aggiungo che è fondamentale continuare a lavorare sull’ampliamento delle prospettive di carriera per chi svolge questa professione, non solo di tipo manageriale ma anche di tipo clinico. L’Emilia-Romagna in questo già si differenzia, perché sostiene lo sviluppo delle lauree magistrali infermieristiche ad indirizzo clinico. Serve tenere tutto questo a sistema costruendo un piano strategico anche per affrontare la carenza di personale sanitario in modo strutturale. Come Regione continueremo a fare la nostra parte” conclude Parma.