Rimini, il caro vita pesa su famiglie: +980 euro all'anno secondo Federconsumatori
Federconsumatori Rimini chiede interventi governativi per contrastare l'inflazione e supportare i più vulnerabili

A marzo 2025 l’inflazione si mantiene stabile, passando dal +2% di febbraio al +1,9%. A trainare l’aumento dei prezzi sono in particolare i costi legati alla casa, all’energia e agli alimentari. Secondo la nota stampa di Federconsumatori Rimini, una famiglia media subirà un impatto annuo di circa 980 euro, di cui 290 solo per il cibo. La situazione è aggravata dal caro affitti e dal costo crescente dell’energia. Le famiglie continuano a ridurre i consumi, orientandosi verso prodotti meno costosi e discount. L’associazione sollecita interventi urgenti del Governo per tutelare il potere d’acquisto, proponendo misure su Iva, energia, sanità e riforma fiscale.
La nota di Federconsumatori Rimini
Rimane sostanzialmente stabile il tasso di inflazione che, dal +2% di febbraio, passa al +1,9 di marzo, A pesare maggiormente, ancora una volta sull’aumento prezzi si evidenziano le voci : abitazione, acqua,elettricità gas + 5,7%; prodotti alimentari , che segna + 2,6%. Vanno segnalate anche le spese per la salute + 2,2%; quelle perl’istruzione + 4,3%.Sicuramente fra le cause che determinano questa spinta al rialzo dei prezzi c’è sicuramente il costo del dell’energia; dei prodotti alimentari ed anche degli affitti, alimentato dall’alto numero di case destinate ai cosiddetti affitti a breve.
Con l’inflazione a questi livelli, l’Osservatorio Federconsumatori stima ricadute, per una famiglia media, pari a + 980 euro annui, di cui + 290 solo nel settore alimentare. Questi dati sottolineano , con maggiore urgenza, la necessità di intervenire per frenare i rincari, in campo alimentare, energetico ma non solo.
È urgente, infatti, disporre sostegni e misure che tutelino il potere di acquisto delle famiglie, ormai ridotto ai minimi termini. Non dimentichiamo, infatti, che secondo le nostre ultime rilevazioni, le famiglie continuano a operare tagli e rinunce: riducendo il consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); tagliando i consumi di frutta e verdura (-2,4%); ricercando sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 51% dei cittadini); rivolgendosi più di frequente ai discount (+12,1%).
Non ci stancheremo di ribadire che la priorità del Governo deve essere quella di arginare la crescita del disagio e delle disuguaglianze, programmando interventi immediati ed efficaci, a partire da:
- La rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia);
- La promessa riforma e degli oneri di sistema su beni energetici (eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale);
- La creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare;
- Lo stanziamento di maggiori risorse per la sanità pubblica;
- L’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi.