Rimini nel mirino dell'antimafia: l'inchiesta ‘Doppia Curva’ tocca la Riviera
La Prefettura accende i riflettori sulla Safety Car e i fratelli Lucci

Gli affari dei fratelli Francesco e Luca Lucci, coinvolti nell'inchiesta "Doppia Curva" sul tifo milanese, erano arrivati nella Riviera Romagnola. Risulta dalle verifiche antimafia avviate dalla Prefettura riminese sulla Safety Car, srl con sede a Rimini che negli anni ha avuto in appalto la riparazione dei mezzi dei carabinieri, della questura riminese, della polizia locale di diversi Comuni, dell'Ausl comprese le ambulanze con un giro d'affari nel 2023 di 3 milioni e mezzo di euro.
Nella Safety Car, dopo l'uscita del socio fondatore, Francesco Lucci risulta aver avuto un ruolo, come dipendente. Lo stesso poi risulta essere stato socio del titolare della srl in un'altra attività economica a Riccione. Francesco Lucci a Milano è stato condannato a 5 anni e mezzo perché ritenuto insieme al fratello Luca, leader della Curva Sud, capo e promotore dell'associazione per delinquere. Luca Lucci, accusato anche di essere stato il mandante dell'agguato a Enzo Anghinelli per risolvere una presunta faida di potere per il controllo della curva, ha avuto invece una condanna a 10 anni.
Secondo le verifiche della Digos di Rimini e quindi della Prefettura Francesco Lucci sarebbe stato assunto dal titolare della Safety Car, un 34enne di origine palermitana ma residente a Rimini, e con un'auto dell'azienda riminese il fratello Luca sarebbe andato a San Siro per Milan-Torino, il 17 agosto dell'anno scorso. Francesco Lucci inoltre sarebbe stato appunto socio con il titolare della Safety Car, che al momento non risulta indagato, in una società di Riccione che gestisce un negozio di barbiere.
La verifica antimafia sulla Safety Car era stata chiesta alla Prefettura dall'Ausl Romagna proprio per l'appalto di riparazione mezzi. Nel novembre scorso quindi la Prefettura aveva spiegato che c'era un pericolo di infiltrazione della criminalità organizzata e condizionamento e concedeva 20 giorni alla Safety Car per presentare osservazioni. La società, difesa all'avvocato Maurizio Ghinelli, dopo l'audizione in Prefettura ha ottenuto di poter accedere a quella che si chiama tecnicamente "collaborazione", una misura di sei mesi, prevista per legge per evitare che un'impresa, sospettata di infiltrazioni mafiose, riceva un'interdittiva. Dopodiché sono state apportate modifiche societarie alla Safety e alla società del negozio di barbiere di Riccione.
(Ansa)