Rimini tra le città più care d’Italia, inflazione ad agosto al +2,4%
I rincari colpiscono soprattutto alimentari, ristorazione e istruzione, con un aggravio annuo di circa 754 euro per famiglia


Ad agosto 2025 l’inflazione a Rimini ha registrato un +2,4% rispetto allo stesso mese del 2024, risultando superiore di 0,8 punti percentuali al dato nazionale e confermando la città tra le più care d’Italia. A pesare maggiormente sulle famiglie riminesi sono i rincari dei generi alimentari (+5,3%), dei servizi ricettivi e della ristorazione (+6,3%) e dell’istruzione (+4,3%), con un aggravio annuo stimato di circa 754 euro a nucleo familiare. Federconsumatori Rimini denuncia come il caro prezzi stia alimentando disuguaglianze e lavoro povero, con crescenti rinunce su qualità e quantità dei consumi. L’associazione sollecita interventi urgenti su Iva, povertà energetica e alimentare, sanità e monitoraggio dei prezzi per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie.
La nota stampa di Federconsumatori Rimini
L’inflazione a Rimini nel mese di agosto 2025 si attesta a + 2,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, segnando un + 0,8 % rispetto al dato nazionale, confermando Rimini fra le città più care del Paese e consolidando purtroppo un trend iniziato da oltre un anno.
Nel dettaglio alcuni dati : spese per l’abitazione ( acqua,elettricità e gas ) - 1,4 %; le spese per la salute +1.5 % ; per istruzione +4,3 %; per servizi ricettivi e ristorazione +6,3 %, ma a preoccupare maggiormente le famiglie Riminesi rimangono le spese alimentari che segnano un 5,3%.
Un quadro che ben rappresenta la situazione di difficoltà in cui si trovano le famiglie Riminesi, che si troveranno un aggravio di 754,00 euro annui per la quale non si intravedono risposte adeguate.
In base agli ultimi dati Istat va evidenziato che rispetto al 2019 i prodotti alimentari sono cresciuti del 30,1% . Si tratta della conferma di quanto denunciamo da tempo: dopo l’impennata dei prezzi motivata, solo in parte, dal caro energia, questi si sono mantenuti su livelli troppo elevati, senza mai riposizionarsi in maniera adeguata al ribasso, mentre i prezzi aumentavano, gli stipendi e le pensioni rimanevano fermi.
L’effetto di tale andamento si è dispiegato in tutta la sua drammaticità, facendo crescere le disuguaglianze, anche in campo alimentare, e alimentando il fenomeno del lavoro povero. È di pochi mesi fa il dato allarmante della Caritas che rilevava come il 23,5% dei cittadini si trova in condizioni di povertà pur lavorando.
Spese, necessarie sulle quali, in ogni caso, le famiglie continuano ad operare dei tagli: dal punto di vista della qualità, avendo già tagliato tutto il possibile sul fronte della quantità.
Da tempo denunciamo le crescenti rinunce delle famiglie: l’Osservatorio Federconsumatori ha rilevato in tal senso una riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); l’incremento della tendenza a ricercare offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 51% dei cittadini); l’aumento della spesa presso i discount (+12,1%).
Di fronte a questa situazione la narrazione del Governo sulla crescita del Paese non regge più. Per questo è necessario tornare a fare i conti con la realtà, e tornare a farlo con urgenza. Nel dettaglio sono necessari alcuni provvedimenti urgenti per arginare i rincari e sostenere il potere di acquisto delle famiglie, dando nuova spinta anche al mercato interno: la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia); la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare; lo stanziamento di risorse adeguate per la sanità pubblica e per il diritto allo studio; una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i bassi redditi e i redditi medi, e non a incrementare le disuguaglianze; un tempestivo monitoraggio dei prezzi attraverso Comitati di sorveglianza costituiti territorialmente, con la partecipazione delle Associazioni dei consumatori e sotto il coordinamento di Mr. Prezzi, per contrastare prontamente ogni fenomeno speculativo.