Rimini, via tre big su quattro: ma non è ridimensionamento. Mercato a fari spenti e sostenibilità
Il Rimini finora ha venduto (Morra, Pietrangeli e Lamesta). Ma i biancorossi saranno protagonisti anche con gli acquisti


La piazza rumoreggia. Le cessioni dei tre big in casa Rimini (Pietrangeli, Lamesta e Morra) hanno sollevato critiche e destato preoccupazioni. Il tridente d’attacco è stato totalmente smantellato: sono infatti partiti sia Malagrida che Capanni, rientrati a Genova e Terni per fine prestito. In difesa anche il partner di Pietrangeli si è accasato altrove: Gigli ritroverà mister Troise ad Arezzo.
Qualche ora fa è stato però ufficializzato il secondo rinforzo, dopo Bellodi: il difensore scuola Pescara ed ex Recanatese Gianluca Longobardi, classe 2003. Fare acquisti nelle prime fasi del mercato è complicato per le società che non possono permettersi di fare offerte stellari per ingaggi e cartellino: bisogna attendere che il mercato si sblocchi nelle categorie superiori. Aspettare gli esuberi che possano diventare giocatori chiave “al piano di sotto”.
I giovani inizialmente fanno i ritiri con i big, poi vengono ceduti strada facendo. L’Empoli al momento ha la rosa imbottita dei propri giovani. Il Rimini non aspetta nessuno in eterno: valuterà tutte le opportunità. Ma la pazienza è d’obbligo in queste settimane di canicola.
In attacco ci sarà un profondo restyling: arriveranno il centravanti e quattro esterni. A centrocampo Buscé necessita di una mezzala di qualità, non necessariamente un Under. Dopo Longobardi e la conferma di Semeraro ci saranno altri due terzini, probabilmente Under. Al centro con Lepri, Gorelli e Bellodi serve un ulteriore innesto.
Gli acquisti, Longobardi e Bellodi esclusi, saranno 9-10. Non pochi. Ma il tempo c’è. Intanto il Rimini ha incassato circa 400.000 euro, che sono praticamente plusvalenza piena (vanno tolti i 10.000 euro di ammortamento del cartellino di Lamesta). A quelli che “ah del bilancio non me ne frega niente, voglio la punta”, ribadiamo che nel calcio moderno bilancio e sostenibilità sono fondamentali quanto i palloni che entrano nella porta avversaria.
Non siamo nell’epoca del mecenatismo sfrenato e il Rimini ha scelto di imboccare la strada della sostenibilità e non quella dei debiti. Sostenibilità significa coniugare i risultati sportivi alla valorizzazione dei propri asset: il lancio di Pietrangeli (che ricordiamo fu pescato a zero in D da Maniero), la valorizzazione di Morra e di Lamesta sono un esempio. Il Rimini ha ottenuto risultati grazie a loro e ottenuto una plusvalenza fondamentale per aumentare i ricavi in un calcio, quello di Serie C, poverissimo.
La sfida per l’area tecnica è questa: trovare i Pietrangeli, Lamesta e Morra del domani. Un epigono di Pietrangeli in rosa c’è già: Lepri, preso a zero un anno fa. I successori di Lamesta e Morra verranno presi e saranno due profili importanti. Così come la mezzala di qualità.
Il Rimini farà un buon campionato, l’importante è non caricare di troppe aspettative la piazza. Evitare magari dichiarazioni roboanti quali “Arriveremo tra le prime tre e faremo una squadra fortissima“. Perché nel calcio moderno della sostenibilità e delle asticelle alzate progressivamente, serve prudenza. Muoversi a fare spenti, come quando si fa il calciomercato, senza “veline” e senza soffiate. Come con Longobardi, nome rimasto top secret fino a firma avvenuta.
Riccardo Giannini