Rivalutazione delle pensioni 2026: in manovra servono circa 5 miliardi
L’aumento degli assegni legato all’inflazione 2025 pesa sulla spesa pubblica, ma l’applicazione per fasce riduce l’impatto rispetto ai 6 miliardi pieni


Per la rivalutazione delle pensioni nel 2026 potrebbero essere necessari circa cinque miliardi di euro, al lordo del ritorno fiscale che gli aumenti genererebbero automaticamente. È questa la cifra con cui il governo ha iniziato a fare i conti in vista della prossima legge di bilancio.
L’inflazione acquisita per il 2025, secondo i dati diffusi ad agosto, si attesta all’1,7%. Considerando che la spesa previdenziale prevista per il 2025 ammonta a circa 355 miliardi, un adeguamento pieno e incondizionato avrebbe un costo superiore ai 6 miliardi. Tuttavia, applicando il meccanismo di rivalutazione differenziato per fasce di reddito pensionistico, la spesa si ridurrebbe a circa 5 miliardi.
Il calcolo definitivo dipenderà sia dall’andamento dell’inflazione nei prossimi mesi, sia da eventuali correttivi che l’esecutivo potrebbe introdurre nella manovra per bilanciare la tutela del potere d’acquisto dei pensionati con la sostenibilità dei conti pubblici.