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Rogo di plastica a Raibano, le preoccupazioni dei cittadini: "Altro che tutto a posto"

La nota stampa dell'Associazione spontanea tra cittadini a difesa del territorio" di Sant'Andrea in Besanigo

A cura di Redazione
04 giugno 2025 07:55
Rogo di plastica a Raibano, le preoccupazioni dei cittadini: "Altro che tutto a posto" -
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I componenti dell'"Associazione spontanea tra cittadini a difesa del territorio" di Sant'Andrea in Besanigo  esprimono forte preoccupazione rispetto alle rassicurazioni fornite dagli amministratori di Coriano, Riccione e Misano in seguito al grave incendio di plastica di domenica 1 giugno. Nonostante il “disco verde” di Arpae, i cittadini ritengono che le misure adottate non siano sufficienti, temendo un danno ambientale e sanitario ben più grave, in particolare per l’agricoltura e l’ambiente circostante. Contestano la mancanza di controlli approfonditi, soprattutto sui prodotti agroalimentari locali e sull’acqua usata per lo spegnimento. Stanno valutando di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, assieme ad altre associazioni ambientaliste.


La nota stampa dell'Associazione


Secondo gli Amministratori di Coriano, Riccione e Misano il disco verde di Arpae è sufficiente a tranquillizzare i cittadini su quanto accaduto nell’area attigua all’inceneritore di Raibano cioè del mega incendio di plastica accatastata sul piazzale di AKRON ( Gruppo Herambiente). 
Noi residenti di Besanigo non ne siamo per niente d’accordo soprattutto dal comunicato del Comune di Coriano sede dell’impianto andato a fuoco. Anzi, tradotto dal formale-politichese, vediamo “tra le righe” una politica volta a salvaguardare più l’immagine turistica dei cittadini residenti. 
Per essere più chiari.                                                                                     
Abbiamo sempre saputo che il bruciamento della plastica genera tossicità e la combustione di detto materiale libera sostanze velenose quali diossine e furani che sono particolarmente stabili e persistenti per lunghi periodi nell’ambiente, causando inquinamento cronico. Ora, leggiamo che sono stati fatti dei rilievi a campione sul suolo attiguo all’inceneritore e fino al centro di Riccione. Questo può andar bene per il turismo visto che i vacanzieri si erano allarmati dal fumo nero arrivato fino al mare. Non si parla della possibile contaminazione dei prodotti coltivati nei vari orti presenti per le ricadute di inquinanti fino a quando, (verso sera) grazie all’aiuto fortuito del cambiamento di vento, la grossa colonna di fumo nero col suo carico di veleni si è incanalata nell’asta fluviale del Rio Melo dirigendosi e scaricarsi in mare aperto. Perché non si fanno fare controlli all’ASL sull’agro alimentare presente in zona: grano, vitigni, olivi, frutti ecc.?. Ci viene detto di aver disposto a raccogliere l’acqua usata per lo spegnimento vietandone lo sversamento nel vicino fossato/Rio Melo. Ora, considerato l’arrivo dei tecnici di Arpae dopo diverso tempo della presenza dei Vigili del Fuoco, ci si chiede dove è finita tutta quell’acqua usata prima della loro presenza e direttiva? Certamente viene da pensare che questo liquido sia finito nelle caditoie esistenti sul piazzale di AKRON per la raccolta delle acque di prima pioggia. Per essere ancora più chiari, avevamo segnalato l’incendio anche alla Forestale di Rimini la cui presenza ci avrebbe sollevato diverse perplessità presenziando alle singole fasi operative, ma a quanto ci è dato sapere, il nipaf forestale non è intervenuto.                                                                                                              
A Besanigo non possiamo far finta di nulla ed accettare sempre che tutto è nella norma vedi fumo rosa, incidente nastro trasportatore, ora questo. Che altro deve succedere per non sentirsi dire va tutto bene madama la marchesa e magari poter vedere copia del report ufficiale di Arpae?  Permanendo in noi questi ed altri dubbi , stiamo valutando con altre associazioni ambientaliste di fare un esposto alla Procura della Repubblica affinché vengano azzerate ogni dubbio.

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