Salvataggio sulle spiagge riminesi: la Cgil ricorre al Presidente della Repubblica

Il ricorso mette al centro il tema della distanza minima tra le torrette di salvataggio durante la pausa pranzo

A cura di Michela Alessi Redazione
19 dicembre 2025 09:54
Salvataggio sulle spiagge riminesi: la Cgil ricorre al Presidente della Repubblica -
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La vertenza sul servizio di salvataggio sulle spiagge della provincia di Rimini non si ferma. Dopo lo sciopero provinciale dei marinai di salvataggio dello scorso 9 agosto, Filcams Cgil ha deciso di proseguire la mobilitazione anche sul piano istituzionale e giuridico, presentando un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per dirimere definitivamente una questione che incide sulla sicurezza del lavoro e della balneazione.

Il ricorso, affidato all’Avv. Bruno Laudi dello Studio Legale Associato Piccinini e soci di Bologna, mette al centro il tema della distanza minima tra le torrette di salvataggio durante la pausa pranzo, una questione che negli ultimi anni ha generato interpretazioni contrastanti e decisioni incoerenti, con ricadute evidenti sull’organizzazione del lavoro e, soprattutto, sulla sicurezza di bagnanti e marinai di salvataggio.

La questione da chiarire

Nel corso della stagione balneare 2025, durante le ore centrali della giornata, il servizio di salvamento è stato organizzato con il sistema delle cosiddette “torrette alternate”, che ha comportato un presidio ridotto e l’estensione a 300 metri dello specchio d’acqua affidato a ciascun marinaio di salvataggio. Una scelta che, come più volte denunciato, espone a rischi concreti sia i lavoratori sia i turisti.

Nel caso dello sciopero del 9 agosto scorso la Prefettura di Rimini era infatti intervenuta con una precettazione imponendo l’attivazione dei servizi minimi essenziali durante la mobilitazione; perciò una torretta ogni 150 metri. A questo poi avevano fatto seguito atti conseguenti da parte delle imprese balneari nei confronti dei lavoratori, di fatto impedendo l’esercizio del diritto di sciopero. Una decisione che, secondo FILCAMS CGIL, non solo presentava plurimi profili di illegittimità procedurale, ma sollevava un problema di fondo: quale norma deve prevalere quando si tratta di stabilire gli standard minimi di sicurezza del servizio di salvataggio?

Da un lato, infatti, esistono indicazioni di servizio minimo risalenti nel tempo e definite dalla Commissione Garanzia Sciopero; dall’altro vi è una normativa regionale più recente che disciplina in modo specifico il servizio di salvamento sul litorale emiliano-romagnolo, prevedendo parametri differenti in pausa pranzo. Un conflitto normativo che non può essere risolto di volta in volta con atti emergenziali, ma che richiede una risposta chiara e definitiva.

Una vertenza che riguarda il futuro del lavoro e della sicurezza sulle spiagge

Il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica nasce proprio dall’esigenza di fare chiarezza una volta per tutte, superando ambiguità e interpretazioni discrezionali. L’obiettivo è quello di porre al centro l’importanza dei servizi pubblici essenziali, garantendo che le regole siano certe, coerenti e orientate davvero alla sicurezza per tutti i soggetti coinvolti.

Si tratta di un passaggio fondamentale anche in vista della stagione balneare 2026 e dei futuri bandi di gara legati all’applicazione della cosiddetta “Bolkestein”. Senza regole chiare sul servizio di salvataggio, il rischio è quello di scaricare ancora una volta sui lavoratori il peso di scelte organizzative sbagliate, oppure di aprire la strada a logiche di risparmio che nulla hanno a che vedere con la tutela dell’incolumità pubblica.

Disponibili al confronto, ma servono risposte

Come già ribadito più volte, FILCAMS CGIL Rimini resta disponibile a un confronto serio e istituzionale, finalizzato a una gestione responsabile del servizio di salvamento. Ma un confronto efficace non può prescindere da certezze normative e da un’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni competenti e dal rispetto del lavoro dei marinai di salvataggio.

Serve una cornice chiara, stabile e condivisa, che tuteli lavoratori, cittadini e turisti. La vertenza, dunque, prosegue mantenendo costantemente il rapporto con i rappresentanti sindacali dei marinai di salvataggio e sulla base del mandato raccolto nelle assemblee dei lavoratori.

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