Salvini a Pontida: «Mai italiani a combattere in Ucraina». Omaggio del popolo leghista a Charlie Kirk
Il leader chiude la festa: «No al piano di riarmo europeo». Zaia avverte sul Veneto: "Candidato nostro o sarà un problema"


Matteo Salvini sceglie il palco della storica kermesse leghista per ribadire la sua linea sul conflitto in Ucraina. «Non manderemo mai i nostri figli a combattere in Ucraina, non siamo in guerra contro nessuno», ha scandito il segretario del Carroccio davanti alla folla radunata nel pratone. Il leader ha poi attaccato Bruxelles: «No al piano di riarmo europeo, no al debito per comprare carri armati, no alla voglia di guerra di capetti che vogliono nascondere i loro fallimenti».
Prima dell’intervento conclusivo, Salvini aveva chiesto ai militanti «non un minuto di silenzio ma un pensiero e un applauso» per l’americano Charlie Kirk, figura di riferimento del movimento conservatore negli Stati Uniti, accolto con calore dal pubblico.
Non è mancata la ribalta per il generale Roberto Vannacci, autore di nuove dichiarazioni destinate a far discutere: «Lo straniero ruba e stupra, la X Mas si studi a scuola», ha detto dal palco, tra applausi e polemiche.
Sul fronte interno, il governatore del Veneto Luca Zaia ha lanciato un avvertimento al centrodestra in vista delle regionali: «Se il candidato sarà della Lega sarà Erika Stefani, se non sarà della Lega sarà un problema. È una richiesta legittima, non per lesa maestà».
La festa è stata infine segnata da cori discriminatori contro i napoletani. La Lega ha preso le distanze, definendoli «volgari e stupidi, ma da parte di pochi».