Altarimini

San Marino: “Il diritto al lavoro delle persone con disabilità ancora ignorato”. La denuncia di Attiva-Mente

Attiva-Mente dichiara che San Marino avrebbe già da tempo dovuto riconoscere il diritto delle persone con disabilità a lavorare

A cura di Redazione
08 giugno 2025 09:34
San Marino: “Il diritto al lavoro delle persone con disabilità ancora ignorato”. La denuncia di Attiva-Mente -
Condividi

Il Consiglio direttivo di Attiva-Mente, l'associazione di volontariato sammarinese impegnata nell'area della disabilità, dichiara che San Marino avrebbe già da tempo dovuto riconoscere pienamente il diritto delle persone con disabilità a lavorare. Si parla del diritto a guadagnarsi da vivere attraverso un lavoro liberamente scelto o accettato, in un ambiente di lavoro inclusivo, accessibile e aperto a tutti. Un diritto da garantire anche a chi, disabile lo è diventato nel corso della sua vita lavorativa, e che avrebbe dovuto trovare nella legge, e non negli ostacoli, una risposta. Lo stabilisce l’articolo 27 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Il tempo continua a passare, e ancora oggi non è così. 

"Abbiamo da poco organizzato un evento interamente dedicato all’occupazione inclusiva nell’ambito della Vita Indipendente, proprio perché il lavoro ne rappresenta una condizione essenziale. Ma a muoverci, più di tutto, è stato il valore del tempo: un tempo che scorre per tutti, e per le persone con disabilità spesso lo fa nel vuoto delle promesse non mantenute, delle riforme mancate e dei progetti incompleti. La situazione che ci risulta essersi venuta a creare, inoltre, non può che destare preoccupazione, perplessità…e perdita di tempo",dichiara l'associazione.

Nel 2019, il Governo, in attuazione della delega contenuta nella Legge Quadro del 2015, era sul punto di avviare l’iter parlamentare per un Decreto Legge sull’inclusione lavorativa. Un lavoro che aveva impegnato un’intera legislatura, poi interrottasi in anticipo nell’estate dello stesso anno.
Nella legislatura successiva, quello stesso progetto fu ripreso da una forza politica d’opposizione, rielaborato e depositato come Progetto di Legge insieme a una proposta sulla Vita Indipendente. Anche in quel caso, però, nessuna discussione in Consiglio: entrambi i testi sono decaduti.

Nel frattempo, nel settembre 2022, era stata commissionata ad una figura autorevole a livello internazionale, una consulenza per la predisposizione di una normativa sull’inclusione lavorativa. Anche quel lavoro, portato a termine con puntualità, è rimasto lettera morta.

Un anno fa si sono svolte le elezioni che hanno portato all’attuale assetto di Governo, che fin da subito ha mostrato disponibilità ad affrontare la questione."Ma quello che ci lascia attoniti, se confermato, è che, nonostante questo percorso già così lungo e tortuoso, ci siano ancora più tavoli istituzionali al lavoro su proposte, che non solo le persone direttamente interessate non conoscono in termini di contenuti, direzione, impatto, ma che sono diverse e non condivise tra loro. È francamente surreale."

"Non è dato sapere con certezza se si stiano tenendo in considerazione i princìpi della Convenzione, se siano stati valorizzati i contributi degli esperti. E, per quel poco che trapela, sembra che si stia andando nella direzione di una riforma debole, parziale, priva di quella visione trasformativa che sarebbe necessaria. Ma il rischio più concreto, è che al termine di tutto questo tempo,si arrivi a una riforma già vecchia, inefficace e superata."


In Italia, con il Decreto legislativo n. 62 del 3 maggio 2024, è stato avviato un processo di profonda semplificazione delle procedure valutative della disabilità. È stato superato, ad esempio, l’anacronistico sistema delle percentuali d’invalidità, spesso causa di confusione e discriminazioni nell’accesso al lavoro e ai sostegni. Al suo posto, si è introdotto un sistema più giusto, basato su classificatori riconosciuti a livello internazionale, che considera la persona nel suo profilo di funzionamento reale, nei suoi contesti di vita, e in relazione ai desideri, ai bisogni, ai progetti. Il nuovo impianto normativo razionalizza e unifica i diversi procedimenti frammentati in un'unica valutazione di base, assicurando maggiore tempestività, efficienza e trasparenza.

"È esattamente verso questo aspetto che San Marino dovrebbe tendere, per un cambio di paradigma che metta finalmente al centro la persona e non la burocrazia, la partecipazione e non l’assistenzialismo, la Vita Indipendente e non la dipendenza forzata. Non si tratta di una critica rivolta alle persone attualmente impegnate ai tavoli decisionali. È una responsabilità che si è accumulata nel tempo, attraversando governi, maggioranze e opposizioni diverse. Proprio per questo, oggi serve una risposta all’altezza, senza indugi, che sappia superare logiche personalistiche o di parte."

"Perché, a questo punto, è tempo di scegliere: San Marino decida se continuare a rimanere ferma, spettatrice del tempo che passa, o se diventare finalmente uno Stato guida nel rispetto dei diritti umani, dando piena attuazione a ciò che ha già sottoscritto. Ma lo faccia ora. Perché ogni giorno che passa, ogni ritardo, ogni rinvio per la Vita Indipendente… è un altro pezzo di vita negata".

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Altarimini sui social