San Marino: scontro aperto su banca agricola commerciale

Scontro aperto sull’ormai certa cessione da parte di Unicredit delle quote di Banca agricola commerciale (Bac) della quale l’istituto italiano detiene l"85,35% del pacchetto. Un affare da 90 milioni....

A cura di Redazione Redazione
26 agosto 2010 15:08
San Marino: scontro aperto su banca agricola commerciale - 0
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Scontro aperto sull’ormai certa cessione da parte di Unicredit delle quote di Banca agricola commerciale (Bac) della quale l’istituto italiano detiene l"85,35% del pacchetto. Un affare da 90 milioni. La lotta si consuma tra i due maggiori istituti di credito: Banca di San Marino (Bsm) e Cassa di Risparmio. Negli ultimi giorni si sono fatte strada due ipotesi: la prima di un¿acquisizione congiunta di Bac da parte dei due maggiori istituti, e un¿altra più audace, caldeggiata dal presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di San Marino, Tito Masi, di una fusione tra Banca di San Marino e Cassa di Risparmio. Idee entrambe bocciate dall’Ente Cassa di Faetano, la Fondazione della Bsm. Su tutta la vicenda aleggia, la sempre ventilata ma mai ufficializzata, indicazione di Bankitalia nei confronti degli istituti italiani, di lasciare ogni compartecipazione o proprietà a San Marino. Con l’allontanamento di Unicredit, che avrebbe anche deciso di porre un termine temporale alle trattative troppo lunghe, in Repubblica rimarrebbe come unica proprietaria italiana di un istituto di credito sammarinese, la Cassa di Risparmio di Rimini, che detiene il 100% delle azioni del Credito Industriale Sammarinese (Cis). "Il nostro istituto era stato ricompreso tra quelle banche di proprietà italiana messe sul mercato – dice il direttore generale del Cis, Arnaldo Antonini – senza che la notizia avesse un fondamento. La smentita da parte del vice presidente della Cassa, Gianluca Spigolon e del continuato impegno in Cis, ci ha sollevati". Oggi, durante un incontro con la stampa alla segreteria alla Cultura per la presentazione di un’iniziativa sponsorizzata dal Cis, è stato lo stesso Antonini a puntualizzare come "oggi, in un momento di crisi economica, ci sia chi si arroga il ruolo di salvatore della patria". Il riferimento è alle recenti dichiarazioni di Banca di San Marino nei confronti di Cassa di Risparmio di San Marino alla quale si accusa di voler concludere l’affare con Unicredit grazie al prestito ricevuto proprio da Bsm. "La legge impone alle banche la cosiddetta rimessa obbligatoria – ha spiegato il direttore generale Cis – che serve a creare liquidità accantonata da Banca centrale per far fronte alle istanze di istituti in difficoltà. Chi invece immette direttamente liquidità ad un istituto che ne fa richiesta è esonerato dalla rimessa obbligatoria. Non vi è quindi nessun merito speciale. C’é da rilevare che l’idea di una o più fusioni tra istituti sammarinesi è sconsigliabile per il sistema nel suo insieme che rischia di diventare chiuso su se stesso, asfittico e poco produttivo. Sarebbe invece auspicabile l’arrivo di un istituto internazionale, gruppi esteri che porterebbero nuova linfa. Ma al momento pare non se ne vedano all’orizzonte".

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