Santarcangelo Festival, la risposta del pubblico è sorprendente: oltre 24mila presenze
Nonostante le polemiche nei giorni precedenti l'evento, la manifestazione è stata un successo di partecipazione ed emozioni

Si è conclusa domenica 13 luglio, con grande successo di pubblico, not yet, 55esima edizione di Santarcangelo Festival, diretta per il quarto anno dal curatore, drammaturgo e critico polacco Tomasz Kirenczuk, riconfermato fino al 2026. Per dieci giorni la rassegna ha trasformato il borgo medievale in una “città-festival” attraverso lo sguardo di quasi 39 compagnie italiane e internazionali, di cui 20 in prima nazionale, per un totale di 182 appuntamenti. Una proposta varia composta da 29 titoli in cartellone, 9 dj-set, 3 workshop, 9 talk. Hanno ospitato il Festival 18 spazi spettacolo tra Santarcangelo – tra cui le ex Corderie – Rimini, Longiano e Poggio Torriana.
In Piazza Ganganelli, cuore della vita del borgo e del Festival, sono stati ospitati 3 spettacoli gratuiti per 9 repliche totali, oltre al progetto Centro Festival in collaborazione con Osteria Sociale Il Povero Diavolo, e Bisonte Café in collaborazione con Necessaire di Rimini e Osteria da Oreste: luogo d’incontro e socialità, punto strategico per l’accoglienza di pubblico, artiste, artisti e ospiti. Quest’anno, inoltre, la Piazza ha ospitato 5 concerti gratuiti di artiste italiane di fama internazionale.
Si è registrato il sold-out sulla totalità delle proposte con oltre 24.000 presenze e 12.781 biglietti venduti in 10 giornate. La platea internazionale si riconferma in crescita, contando 462 presenze di professioniste e professionisti del settore da 34 nazioni e 5 continenti, più di 100 giornaliste e giornalisti accreditati tra stampa nazionale e internazionale. La realizzazione di questa edizione di Santarcangelo Festival ha impegnato uno staff di 183 persone, tra le quali hanno offerto il loro contributo 37 stagiste e stagisti, 33 volontarie e volontari.
Il Festival si è chiuso, domenica 13 luglio, al Teatro Galli di Rimini con la performance UNARMOURED di Clara Furey. Lo spettacolo, di natura coreografica, ha sfruttato la danza per riflettere sul concetto di erotismo cosmico, energia collettiva che esprime desideri sopiti e libera il corpo da stereotipi e scontatezze. La mutevolezza fisica e mentale indagata da UNARMOURED riconferma la volontà di Santarcangelo Festival di porsi come territorio di resistenze, proponendo un confronto sui cambiamenti sociali che ridefiniscono relazioni e identità.
La programmazione del Festival ha svolto l’importante funzione di attivare un dialogo stimolante con la realtà sociale e politica di oggi. Sono stati presentati al pubblico molti lavori di artiste e artisti per la prima volta in Italia, in un calendario dominato da proposte interdisciplinari, al confine tra arti performative, danza, arti visive e cambiamenti sociali. In particolare, l’edizione di quest’anno ha visto lo svolgersi di un importante dibattito e di una fondamentale riflessione sulle vicende relative alle valutazione ministeriali del FNSV: la Sala Consiliare del Comune di Santarcangelo ha trasmesso in diretta l'assemblea nazionale dei lavorat^ dello spettacolo, lunedì 7 luglio 2025.
Un grande risultato per il Direttore Artistico Tomasz Kireńczuk, che ha commentato così: “Credo che la 55esima edizione di Santarcangelo Festival ci abbia aiutato a sentire e vivere l’importanza della collettività nello spazio pubblico. Santarcangelo di Romagna, per dieci giorni, è diventata uno spazio di condivisione, riflessione, resistenza e cura; uno spazio in cui, a partire dalle proposte artistiche, si immagina un presente e un futuro diversi. La forte presenza di operatrici e operatori dello spettacolo, sia italiani che stranieri, insieme a una fortissima partecipazione del pubblico locale, ci ha dimostrato quanto siano fondamentali il rischio, la sperimentazione e la diversità linguistica ed estetica su cui si fondano le arti performative contemporanee. Vorrei ringraziare tutte e tutti coloro che hanno reso possibile questo Festival: la vostra presenza ci ha fatto sentire ancora più intensamente quanto sia importante pensare un festival come un’istituzione culturale pubblica, che non solo deve cercare e indagare le tematiche e i linguaggi artistici poco presenti nel dibattito pubblico, ma anche farsi spazio di difesa della libertà artistica e della libertà di creazione. Ci sembra fondamentale, oggi, pensare a un festival come a un'esperienza capace di aprire nuove letture del mondo e che, grazie al confronto con corpi, prospettive e linguaggi diversi, ci invita a ripensare le comunità di cui facciamo parte.”