Scattano i dazi Usa, l’Europa rilancia: “Tetto del 15% anche su farmaci e chip”

Trump esulta: “Miliardi in arrivo negli Stati Uniti”. Washington colpisce anche i lingotti d’oro da un chilo

A cura di Redazione
08 agosto 2025 07:55
Scattano i dazi Usa, l’Europa rilancia: “Tetto del 15% anche su farmaci e chip” -
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Sono entrati ufficialmente in vigore i nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti su una vasta gamma di prodotti importati, alimentando tensioni commerciali globali e spingendo le principali economie mondiali a ricalibrare le proprie strategie. “Miliardi di dollari inizieranno ad affluire negli Usa”, ha dichiarato trionfante l’ex presidente Donald Trump, promotore della stretta tariffaria che prevede aumenti fino al 100% su alcuni beni strategici.

In risposta, l’Unione Europea ha confermato di aver trasmesso a Washington la bozza della dichiarazione congiunta per dare seguito all’intesa di principio siglata nei mesi scorsi, ribadendo però la necessità che il tetto del 15% venga esteso anche a settori sensibili come i farmaci e i microchip, entrambi già nel mirino delle minacce tariffarie statunitensi.

Bruxelles ha inoltre precisato che gli investimenti privati europei promessi nell’ambito dell’accordo non sono vincolanti, poiché la Commissione europea “non ha il potere di imporli”, smorzando così le aspettative americane di un'immediata iniezione di capitali europei.

Intanto, secondo un’inchiesta del Financial Times, gli Stati Uniti hanno introdotto un nuovo dazio sulle importazioni di lingotti d’oro da un chilo, misura che potrebbe destabilizzare il mercato globale e colpire duramente la Svizzera, che detiene il primato mondiale nella raffinazione dell’oro.

Sul fronte internazionale, si muovono anche i Brics. Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha avuto contatti con i leader di India e Cina, Narendra Modi e Xi Jinping, per definire una possibile risposta coordinata del blocco emergente. Brasile e India figurano tra i Paesi più penalizzati dalle nuove tariffe, mentre Pechino è impegnata in un tentativo di negoziazione diretta con Washington.

Con le tensioni commerciali nuovamente in primo piano, il rischio di una nuova guerra dei dazi si fa sempre più concreto, con ripercussioni che potrebbero farsi sentire sull’economia globale già messa alla prova da altre incertezze geopolitiche.

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