“Sciopero per la flotilla? Solo in Italia”, duro attacco del leghista Morrone
L'esponente della Lega attacca la Cgil: "Oramai è un partito politico"


Jacopo Morrone, uomo di punta della Lega Nord Romagna, punta il dito sullo sciopero di oggi (venerdì 3 ottobre). "Sciopero per la flotilla? Appare evidente che la Cgil, ormai trasformatasi in partito politico fortemente ideologizzato, sia in grave difficoltà e stia perdendo credibilità di giorno in giorno inseguendo il movimentismo fazioso delle piazze propal, mettendosi sullo stesso piano di chi vuol devastare il Paese. Solo in Italia si vedono scioperi e piazzate per Gaza dove si urla Palestina libera, che significa distruzione di uno Stato democratico, e pro-flotilla, operazione finanziata e organizzata, a quanto sembra, da soggetti fiancheggiatori del gruppo terroristico di Hamas", le parole dell'esponente leghista.
"Nulla di nuovo - prosegue - perché le prime flotillas nacquero quando non c’era alcuna emergenza umanitaria e Israele aveva lasciato Gaza ai palestinesi senza colpo ferire. Realisticamente anche il vero scopo dell’attuale flotilla è stato quello di prendere spazio nei media e nei social. Obiettivo riuscito più che altro in Italia dove i media hanno garantito spazi sovradimensionati ai partecipanti e in generale a una protesta capziosa alimentata dalla propaganda dell'islam politico".
Morrone punta il dito contro la Cgil: "Possono urlare quanto vogliono, raccontare la loro verità, dare spazio ai violenti, boicottare Israele, soffiare sul fuoco contro il Governo e l'Occidente, ma i fatti ci dicono altro, che la sinistra non riesce più a essere autorevole e che non dà fiducia. Certo, la Cgil, con il campo largo, porta ancora in piazza manifestanti dalla fede cieca, purtroppo insieme a gruppi violenti della galassia antagonista, ma la stragrande maggioranza degli italiani se ne sta ben lontana e non sopporta più i soprusi derivanti da scioperi selvaggi e interruzione di pubblici servizi, teme le violenze, le distruzioni e l'insicurezza generate da chi si insinua nei cortei e nelle piazze con l'obiettivo di seminare il caos sovversivo. Forse c'è ancora a sinistra chi crede che la strada giusta del sindacalismo sia questa. Non è così. Sindacati moderni, consapevoli delle dinamiche sociali, autorevoli e affidabili come interlocutori in qualsiasi tavolo di trattativa, fanno prevalere il dialogo e gli interessi dei loro rappresentati che è anche l’interesse del Paese, con lo sciopero usato come ultima ratio e certamente non come arma ideologica”.