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Scontro alla Nato: Sánchez rivendica deroga sul 5%, Rutte lo smentisce

Tensione alla vigilia del vertice dell’Aja. Gli Stati Uniti avvertono: “Niente promesse vuote”

A cura di Redazione
23 giugno 2025 19:41
Scontro alla Nato: Sánchez rivendica deroga sul 5%, Rutte lo smentisce - © Ansa/Epa
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Tensione alle stelle alla vigilia del vertice Nato all’Aja, dove è esplosa una polemica sul presunto “sconto” concesso alla Spagna in merito all’obiettivo del 5% del PIL destinato alla spesa per la difesa entro il 2035. Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha rivendicato un'intesa che prevederebbe una maggiore flessibilità per Madrid, ma è stato prontamente smentito dal nuovo segretario generale dell'Alleanza, l’olandese Mark Rutte.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco sono intervenuti gli Stati Uniti, che tramite l’ambasciatore americano presso la Nato, Julianne Whitaker, hanno avvertito: “Niente promesse vuote”. Washington esige un impegno concreto da parte di tutti gli alleati, sottolineando che anche il Canada non starebbe rispettando i parametri richiesti.

“Dobbiamo raggiungere il 5% il prima possibile. I nostri avversari non aspetteranno che siamo pronti”, ha dichiarato Whitaker, annunciando che ci sarannorapporti regolari sulla crescita della spesa militaree che gli alleati“si controlleranno l’un l’altro”per garantire il rispetto degli impegni.

Il caso Spagna mette così in luce le tensioni interne all’Alleanza Atlantica in un momento cruciale per la sicurezza europea e globale, con gli Stati Uniti determinati a rafforzare la postura militare collettiva in risposta alle minacce emergenti.

Nel frattempo, l’Unione Europea prende le distanze da qualsiasi linea dura nei confronti dell’Iran. Bruxelles ribadisce che “i governi non si cambiano con la forza”, raffreddando le ipotesi di un inasprimento delle misure verso Teheran.

Infine, continua a salire la pressione per l’introduzione di sanzioni contro Israele a causa della situazione a Gaza. Tuttavia, Italia e Germania si oppongono, frenando ogni tentativo in sede europea di adottare una linea più severa nei confronti di Tel Aviv.

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