Stop all’aumento della tassa sulle cripto: pressing della maggioranza mentre l’Italia cresce a rilento
Il centrodestra tenta di bloccare l’aliquota al 33% prevista dal 2026. Intanto Bruxelles rivede al ribasso le stime di crescita e vede il deficit al 3% nel 2025
La maggioranza di governo accelera per fermare l’aumento della tassazione sulle cripto-attività previsto a partire dal 2026. Con una serie di emendamenti alla legge di bilancio, le forze di centrodestra puntano a bloccare il passaggio dell’aliquota dal 26% al 33%, un incremento che scatterebbe automaticamente dal prossimo gennaio.
Sul tema è intervenuto anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ribadendo la necessità di garantire un sistema fiscale equo. «Quando le risorse pubbliche vengono spese correttamente, le imprese operano in un contesto libero dalla concorrenza sleale e dalle infiltrazioni criminali: allora il sistema funziona», ha sottolineato il ministro, richiamando l’importanza di una tassazione efficiente e coerente.
Nel frattempo, sul fronte macroeconomico, arrivano segnali poco incoraggianti da Bruxelles. Nelle previsioni economiche d’autunno, la Commissione europea ha tagliato le stime di crescita per l’Italia: il Pil 2024 è atteso allo 0,4%, in calo rispetto allo 0,7% indicato in primavera. Una dinamica ben più debole di quella dell’Eurozona, che dovrebbe chiudere l’anno con un aumento dell’1,3%.
Per quanto riguarda i conti pubblici, la Commissione prevede che nel 2025 l’Italia registrerà un deficit pari al 3% del Pil, collocandosi sul limite fissato dalle regole europee. Un quadro che alimenta il dibattito interno sulle scelte fiscali e sugli spazi di manovra disponibili per sostenere crescita e investimenti.
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