Strage di Bologna, 45 anni dopo: scontro politico tra Governo e opposizioni sul ricordo della strage
Mattarella: "Spietata strategia eversiva neofascista". Meloni: "Terrorismo feroce, una delle pagine più buie della storia d’Italia". Schlein: "Il Governo legga le sentenze"

Paese si è raccolto per commemorare una delle ferite più profonde della sua storia. Ma il ricordo è stato accompagnato da forti tensioni politiche tra Governo e opposizioni.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato la strage come “una spietata strategia eversiva neofascista che ha cercato di colpire le istituzioni democratiche”, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria e di sostenere la ricerca della verità.
La premier Giorgia Meloni, nel suo messaggio, ha parlato di “un terrorismo feroce, una delle pagine più buie della storia d’Italia”. Ha inoltre assicurato che il Governo “si unisce alla richiesta di giustizia” delle famiglie delle vittime e ha teso la mano alle associazioni.
Tuttavia, le parole della presidente del Consiglio non hanno placato le polemiche. Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, ha ammonito: “No a riscritture interessate della storia”. Dello stesso tenore l’intervento del sindaco di Bologna, Matteo Lepore: “Il Governo non osi insabbiare la verità”. Durante le commemorazioni non sono mancati momenti di tensione, con fischi dalla piazza al nome del presidente del Senato Ignazio La Russa.
Dalle opposizioni sono arrivate critiche dirette all’esecutivo. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha invitato il Governo “a leggere le sentenze”, mentre l’ex premier e leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha ribadito: “La strage fu neofascista, basta con le mezze verità”.
A difendere l’esecutivo è stata la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha parlato nel cortile del Comune: “Respingo qualsiasi collegamento tra il Governo e la strage alla stazione di Bologna”.
La commemorazione di quest’anno conferma quanto la ferita lasciata da quella bomba nella sala d’aspetto della stazione continui a essere viva non solo nella memoria collettiva, ma anche nel dibattito politico e istituzionale.