Sub scomparso, l'inchiesta si complica: due indagati per omicidio colposo
La difesa chiede l'incidente probatorio


Restano ancora senza risposta le cause della morte di Ugo Coppola, il sub 54enne originario di Pescara, ritrovato senza vita la scorsa settimana nelle acque di Ponte Sasso, dopo 50 giorni di ricerche. Il corpo è stato identificato grazie alla muta personalizzata e alla conferma dei familiari.
L’uomo si era immerso il 13 agosto con un gruppo partito da Rimini per esplorare il relitto della piattaforma Paguro, affondata nel 1965 al largo di Porto Corsini. Secondo le prime ricostruzioni, Coppola avrebbe dovuto risalire dopo circa 50 minuti, ma non è mai riemerso.
L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Silvia Ziniti, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di almeno due accompagnatori della spedizione. Le ipotesi di reato al vaglio sono omicidio colposo e omissione di soccorso, legate a possibili ritardi nella richiesta di aiuto alla Capitaneria di Porto.
Gli accertamenti tecnici sull’attrezzatura, previsti per oggi, sono stati rinviati: la difesa ha chiesto che vengano svolti in incidente probatorio, così da poter nominare propri consulenti. Slitta quindi la verifica sugli orologi subacquei, strumenti chiave per ricostruire il percorso di Coppola e capire se si sia separato dal gruppo.
L’autopsia, fissata per il 13 ottobre, sarà determinante per chiarire se la morte sia stata causata da un malore, un guasto tecnico o un errore umano. Solo l’incrocio tra i dati medici e quelli registrati dagli strumenti potrà fornire risposte.