Tortura in carcere, bufera su Salvini: "Va circoscritta"
Dura la replica di Ilaria Cucchi e delle opposizioni. Saviano in aula: "Vergogna"

Scoppia la polemica dopo le dichiarazioni del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha chiesto di "circoscrivere il reato di tortura" per gli agenti della polizia penitenziaria. Le parole del leader della Lega sono arrivate durante un intervento pubblico, in cui ha lamentato una rappresentazione negativa del corpo di polizia sui media: "Sui giornali si parla poco della polizia penitenziaria e, quando accade, viene dipinta come un’aguzzina. Invece, è un mestiere prezioso, svolto in condizioni delicatissime."
Una presa di posizione che ha suscitato forti reazioni da parte di esponenti politici e della società civile. Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra e sorella di Stefano Cucchi – il giovane morto nel 2009 dopo un pestaggio in custodia cautelare – ha replicato duramente: "Salvini si occupi dei Trasporti. Non tutti gli agenti vengono etichettati come torturatori, ma solo quelli che sono perseguiti penalmente per aver commesso reati gravissimi. Non permetteremo che si metta mano a questa norma solo per fare propaganda."
Anche le opposizioni si sono schierate contro l’ipotesi di una modifica alla legge sulla tortura, approvata in Italia nel 2017 dopo anni di attesa: "La Lega vuole il Far West, ma non passerà", è la posizione condivisa da più forze di centrosinistra.
A infiammare ulteriormente il dibattito è stato l’ennesimo scontro tra Roberto Saviano e Salvini, avvenuto in tribunale a Roma, nell’ambito del processo in cui lo scrittore è imputato per aver definito il leader leghista "ministro della malavita". Al termine dell’udienza, Saviano ha apostrofato Salvini con un secco "Vergogna", senza aggiungere ulteriori commenti. Il vicepremier ha replicato: "Essere maleducati non è reato."