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Ucciso per gioco d'azzardo, chiesti 3 ergastoli

Tre ergastoli contro i due ergastoli e i 27 anni di carcere inflitti in primo grado. E’ la richiesta formulata dopo sei ore di requisitoria dalla Procura in Corte d’Assise d’Appello di Bologna per i t...

A cura di Redazione
30 settembre 2008 06:57
Ucciso per gioco d'azzardo, chiesti 3 ergastoli - 0
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Tre ergastoli contro i due ergastoli e i 27 anni di carcere inflitti in primo grado. E’ la richiesta formulata dopo sei ore di requisitoria dalla Procura in Corte d’Assise d’Appello di Bologna per i tre imputati dell’omicidio di Gabriele Guerra, il pregiudicato riminese ucciso a 40 anni con 16 colpi di mitraglietta Skorpion la notte del 14 luglio del 2003 a Pinarella di Cervia, sulla riviera ravennate, in un contesto di cosche e bische. Secondo l’accusa, Guerra era stato ucciso perché considerato un rivale scomodo dal clan dei crotonesi descritti come un gruppo di affiliati della ‘Ndrangheta con l’ambizione di controllare il gioco d’azzardo in Romagna. In particolare una frase della vittima ("in Romagna mangiano i romagnoli") gli avrebbe segnato il destino. Rispetto alla sentenza formulata nel giugno 2007 dopo una decina di ore di camera di consiglio dalla Corte d’Assise di Ravenna, ora l’ergastolo, oltre che al quarantottenne crotonese Francesco Mellino, indicato come il presunto killer, e al quarantaduenne conterraneo Saverio Masellis (il presunto mandante, da tempo trasferitosi a Riccione), toccherebbe anche a Giovanni Lentini, 33 anni, il presunto braccio destro, pure lui d’origine crotonese ma residente a Misano Adriatico (Rimini). Stessa richiesta (tre ergastoli) era stata formulata in primo grado anche dalla Procura di Ravenna affiancata dalla Dda di Bologna che nell’ambito della medesima vicenda avevano chiesto la condanna a 20 anni di carcere per Dritan Belegu, l’albanese di 37 anni da tempo trasferitosi a Misano Adriatico indicato in un primo momento come il presunto gregario ma poi assolto ‘per non avere commesso il fatto’. Per lui la Procura non aveva impugnato la sentenza.

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