Un altro morto per il taser: 41enne muore durante un intervento dei Carabinieri a Genova
Secondo caso in 48 ore: si indaga per omicidio colposo mentre cresce il dibattito sull'uso di questo dispositivo "non letale"

Un altro episodio drammatico scosso le cronache: un uomo di 41 anni, di origini albanesi, è deceduto nella serata di domenica 17 agosto a Sant’Olcese, tra le alture di Genova, dopo essere stato colpito con il taser dai Carabinieri intervenuti su richiesta dei vicini, allarmati da urla e rumori provenienti dal suo appartamento.
Secondo le prime ricostruzioni, gli agenti hanno tentato per tre volte l’impiego del taser: il primo colpo è andato a vuoto, colpendo di striscio sia l'uomo che un collega; il secondo non ha sortito effetto; il terzo, eseguito da un secondo militare, ha raggiunto il bersaglio. Pochi istanti dopo, il 41enne si è accasciato al suolo e, all’arrivo del 118, è stato constatato il decesso.
La Procura di Genova, con la pm Paola Calleri, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e disposto l’autopsia per accertare l’esatta causa della morte.
Appena un giorno prima, tra sabato 16 e domenica 17 agosto, un 57enne a Olbia era deceduto durante il trasporto in ambulanza dopo un intervento in cui i Carabinieri avevano fatto uso del taser per fermarlo. Anche in quel caso, i militari sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo.
Questi due tragici episodi in rapida successione riaccendono il dibattito sull’impiego del taser da parte delle forze dell’ordine: se da un lato le parti favorevoli, come il sottosegretario Molteni, lo difendono come uno strumento efficace e meno rischioso dell’uso della forza diretta, dall’altro emergono forti critiche. La Garante per i detenuti della Sardegna l’ha definito addirittura uno «strumento di tortura legalizzata».
Studi medici e organizzazioni internazionali mettono in guardia sui rischi potenzialmente letali, soprattutto in individui fragili o in stato di alterazione. Anche se il taser è classificato come "arma non letale", in letteratura si documentano casi di arresto cardiaco, aritmia e complicanze gravi causate da scariche elettriche in zone sensibili del corpo.