Un amore che ha sfidato il tempo: il castelletto degli Este e la storia che nessuno conosce

Scopri la Delizia Estense del Verginese a Portomaggiore: residenza segreta degli Este, necropoli romana e giardino rinascimentale!

A cura di Redazione
15 agosto 2025 10:00
Un amore che ha sfidato il tempo: il castelletto degli Este e la storia che nessuno conosce - Foto: Biancamaria Rizzoli/Wikipedia
Foto: Biancamaria Rizzoli/Wikipedia
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Nel cuore della campagna ferrarese, tra Portomaggiore e la frazione di Gambulaga, si erge una delle più affascinanti e meno conosciute residenze ducali degli Este: la Delizia Estense del Verginese. Questo gioiello architettonico fu realizzato intorno al 1550 su esplicita volontà del duca Alfonso I d’Este, che volle omaggiare con questa tenuta la sua compagna Laura Dianti, figura di grande carisma e intelligenza alla corte di Ferrara.

Originariamente si trattava di un casale agricolo risalente al tardo Quattrocento, trasformato gradualmente in una raffinata residenza di delizia, tipica delle campagne estensi. L’intervento trasformò il rustico in un piccolo castello nobiliare, dotato di quattro torri merlate agli angoli, con fregi decorativi e bugnato in laterizio di pregevole fattura. Alla fine del Settecento, nuovi lavori impreziosirono l’edificio con elementi decorativi in stile liberty: stuccature floreali, rosone a conchiglia, volute sui soffitti e finiture interne che aggiunsero una dimensione più teatrale all’ambiente. Questa combinazione di stili ha reso il Verginese un unicum architettonico, sospeso tra austera eleganza rinascimentale e leggera sinuosità liberty. Nonostante le sue dimensioni contenute rispetto alle grandi delizie estensi come Belriguardo o Schifanoia, il Verginese conserva intatta l’atmosfera raccolta e intima di un rifugio nobiliare.

Un’oasi rinascimentale tra fiumi e giardini

Il cuore del complesso è costituito dal “Brolo”, un giardino rinascimentale di forma rettangolare, ricostruito filologicamente secondo criteri agronomici ed estetici dell’epoca. Questo orto-giardino unisce valore ornamentale e funzionalità agricola, con alberi da frutto come meli, peri, noccioli, melograni e una ricca varietà di rose antiche, disposti in aiuole geometriche delimitate da basse siepi. L’insieme è attraversato da vialetti in ghiaia e canali irrigui, in parte alimentati dai corsi d’acqua della zona.

Al centro del Brolo si trova una rara torre colombaia del XVI secolo, perfettamente conservata, che in epoca estense era utilizzata sia come punto di avvistamento che come sistema di comunicazione con l’esterno: i piccioni viaggiatori, allevati nella colombaia, servivano per recapitare messaggi ai presidi militari e alle altre delizie estensi disseminate nel territorio. Di fianco, una piccola cappella privata settecentesca, collegata al corpo centrale da un porticato in cotto, fungeva da luogo di culto e raccoglimento per la famiglia. Oggi questi spazi sono stati riqualificati per accogliere mostre, cerimonie ed eventi culturali, valorizzando il potenziale aggregativo del complesso.

Dal casale al museo archeologico

Uno degli aspetti più sorprendenti della Delizia è la sua funzione museale: al piano terra, infatti, è allestito dal 2002 il Museo Archeologico “Sepolcreto dei Fadieni”, nato in seguito alla scoperta, nei pressi della tenuta, di una necropoli romana risalente al I-II secolo d.C.. Le tombe appartenevano alla gens Fadiena, una famiglia benestante insediata in zona in epoca imperiale. Tra i reperti esposti figurano urne cinerarie in vetro, stele funerarie, lucerne, monete, gioielli in bronzo e oggetti votivi, accompagnati da pannelli didattici che ne spiegano la funzione e il significato.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Verginese conobbe un periodo oscuro: requisito e adibito a ricovero per animali e mezzi agricoli, subì danneggiamenti e decadenza strutturale. Solo nel 1972 fu acquisito dalla Provincia di Ferrara, che avviò un lungo e complesso restauro tra il 1989 e il 1991, riportandolo alle forme originarie. Oggi la Delizia è un polo culturale attivo e visitabile tutto l’anno, con visite guidate tematiche, laboratori didattici per le scuole e eventi enogastronomici legati alla tradizione locale. La sua posizione immersa nel verde, tra rogge, pioppeti e campi coltivati, ne fa una meta ideale per turismo slow, fotografia e itinerari rinascimentali in Emilia-Romagna.

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