Un angolo dimenticato del Modenese: il Castello di Sestola e il suo passato mai raccontato

Scopri il Castello di Sestola: fortezza millenaria, musei segreti e il podcast di Lucarelli sul fantasma della Rocca.

A cura di Redazione
12 agosto 2025 14:00
Un angolo dimenticato del Modenese: il Castello di Sestola e il suo passato mai raccontato - Foto: Mirandolaspots/Wikipedia
Foto: Mirandolaspots/Wikipedia
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Situato a 1080 m sul livello del mare su uno sperone di arenaria sopra Sestola, in provincia di Modena, il Castello di Sestola domina le vallate del torrente Scoltenna e del Leo, nel cuore dell’Alto Frignano. Le sue origini risalgono a un insediamento dell’età del Bronzo, poi trasformato in castrum longobardo—donato dal re Astolfo all'Abbazia di Nonantola nel 753—come attestato da documenti medievali. 

Durante il XIII e XIV secolo, si contese tra Modena e Bologna, fino a diventare presidio estense nel 1337 sotto Obizzo III, e venne infine ricostruito nel Cinquecento in forma bastionata da Marco Antonio Pasi. Abbandonato tra Otto e Novecento, ospitò un penitenziario, un osservatorio meteorologico militare, una colonia per bambini e persino una scuola.

Una rocca quattro volte millenaria tra le montagne modenesi

La fortezza è un mix architettonico stratificato: da base ligure-romana a nucleo longobardo, da roccaforte medievale a struttura bastionata del XVI secolo, con mastio e torrioni visibili ancora oggi . All’interno si trovano chiostri, l’oratorio di San Nicolò e la Torre dell’Orologio, mentre fuori le mura partono i sentieri verso il Parco Regionale del Frignano e il Corno alle Scale. Oggi ospita corsi CAI, eventi culturali e visite guidate, con vista sulle colline e l’Appennino tosco-emiliano.

Musei e panorami

All’interno, la Rocca ospita musei dedicati alla civiltà montanara, alla musica meccanica, alla storia del soprano Teresina Burchi Reiter e un suggestivo ciclo di affreschi romanici di San Giovanni Battista. La torre panoramica regala viste mozzafiato a 360° sulla valle del Secchia e il Monte Cimone.

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