Un balcone segreto sull’Adriatico che ha sfidato guerre e rivoluzioni, il borgo tra bastioni e panorami mozzafiato
Nel cuore della provincia di Rimini, Montescudo-Monte Colombo svela storia, panorami e una curiosità inaspettata che pochi conoscono.

Un borgo doppio, tra bastioni, pietra rosa e vista sul mare
Incastonato sulle colline della provincia di Rimini, Montescudo-Monte Colombo è un comune nato dall’unione di due storici borghi medievali, ciascuno con un’anima fortificata e uno sguardo aperto sull’Adriatico. Poco conosciuto al grande pubblico, questo angolo di Emilia-Romagna custodisce scorci unici, antiche mura malatestiane, tradizioni rurali vive e una pietra rosata locale che colorava ogni costruzione.
Montescudo, a 386 metri d’altitudine, era noto per la sua posizione strategica e la produzione di mattoni fatti a mano, ancora visibili nei tetti antichi e nelle pavimentazioni in cotto. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu distrutto quasi interamente dai bombardamenti, ma il borgo ha saputo rinascere conservando intatto il suo assetto urbanistico. La vista dal bastione orientale abbraccia tutta la Riviera romagnola, da Rimini a Cattolica.
Monte Colombo, la torre dell’orologio e la “sedia del diavolo”
Monte Colombo, invece, mantiene una delle rocche più interessanti della zona, risalente al periodo malatestiano. All’interno della cinta muraria, la torre dell’orologio scandisce ancora il tempo, mentre la “Porta del Maresciallo” racconta l’ingresso solenne di condottieri e ambasciatori. Il borgo si sviluppa in verticale, tra viuzze selciate, scalinate panoramiche e balconi fioriti.
La tradizione popolare narra dell’esistenza di una “sedia del diavolo”, un masso lavorato che si trova poco fuori dal centro abitato, legato a superstizioni contadine e rituali scaramantici. Ancora oggi gli anziani del posto raccontano che sedersi lì durante la notte porterebbe visioni profetiche… o sogni agitati. Una leggenda? Forse. Ma ogni leggenda affonda le radici in una verità antica.
Curiosità
Montescudo è anche terra di sapori. La patata di Montescudo, riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale (PAT), viene coltivata ancora con tecniche manuali, su terra rossa fertile e ricca di minerali. Piccola, compatta, dalla buccia sottile, è protagonista di sagre e ricette locali: dagli gnocchi alla torta rustica, è un vero marchio identitario del territorio.