Un borgo romagnolo che svela il suo nome tra pietra e clan romani, era anche il paese natale di Mussolini

Predappio, borgo nell’Emilia-Romagna, terra di Sangiovese: storia del nome tra pietra, Appi e podestà romani!

A cura di Redazione
27 agosto 2025 10:00
Un borgo romagnolo che svela il suo nome tra pietra e clan romani, era anche il paese natale di Mussolini - Foto: Gianni Careddu/Wikipedia
Foto: Gianni Careddu/Wikipedia
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Nel cuore dell’Emilia‑Romagna, Predappio non è solo conosciuta come la città natale di Mussolini, ma è anche una delle sub-zone storiche del Sangiovese di Romagna, con una struttura urbana affascinante e un nome carico di significati che affondano nell’epoca romana.

Un vino con radici antiche e prestigio contemporaneo

Predappio è ufficialmente riconosciuta come una delle 12 sub-zone del Sangiovese di Romagna DOC, confermate già nel 2011. Le colline dai suoli sedimentari del Pliocene – detti “spungone” – regalano uve con un profilo aromatico unico, diverso da quello della vicina Toscana. Cantine come Chiara Condello hanno rilanciato questo vitigno con etichette di pregio, dimostrando che il Sangiovese di Predappio è vera eccellenza enologica.

Un borgo che svela il suo nome tra pietra e clan romani

Il toponimo “Predappio” ha un’origine affascinante. Deriverebbe da Prè d’Appia o Predi d’Appi, un chiaro riferimento alla pietra arenaria locale (in dialetto “prè”) e alla famiglia Appi, podestà romani insediati in zona. Quindi, “Praesidium Domini Appi” – presidio del signore Appi – si è trasformato, nel corso dei secoli, in Predappio. Una radice che racconta l’epoca romana e la struttura difensiva medievale che ha plasmato il borgo antico, oggi nominato Predappio Alta.

Curiosità

Ultima curiosità: nella zona di Predappio Alta esistono ancora antiche solfatare naturali, grotte dove un tempo si estraeva zolfo. Qui i casari hanno sperimentato la stagionatura di un formaggio locale, esposto a umidità e vapori sulfurei, che gli dona profumi minerali e tenui note iodate. Anche se non è un prodotto DOC, viene considerato un piccolo segreto gastronomico del territorio.

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