Un capolavoro bizantino nel cuore della Romagna: custodisce qualcosa di unico al mondo

A Ravenna la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo custodisce uno dei cicli musivi più estesi del mondo bizantino, patrimonio UNESCO dal 1996.

A cura di Redazione
08 settembre 2025 18:00
Un capolavoro bizantino nel cuore della Romagna: custodisce qualcosa di unico al mondo - Foto: Ввласенко/Wikipedia
Foto: Ввласенко/Wikipedia
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Nel centro di Ravenna, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo è uno dei monumenti paleocristiani più importanti d’Europa e parte del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 1996. Fondata nei primi anni del VI secolo da Teodorico il Grande, re degli Ostrogoti, la chiesa fu originariamente destinata al culto ariano come cappella palatina della sua residenza. Dopo la conquista bizantina del 540, fu riconsacrata al culto cattolico e intitolata prima a San Martino di Tours e poi, nel IX secolo, a Sant’Apollinare per custodirne le reliquie.

L’interno è celebre per i mosaici che decorano le pareti delle navate: tre fasce sovrapposte raccontano scene della vita di Cristo, processioni di martiri e vergini e paesaggi urbani tardoantichi. Questi mosaici sono tra i pochi a testimoniare la transizione dall’arte tardo-romana a quella bizantina, mostrando elementi tipici del naturalismo romano accanto a tratti più simbolici e ieratici propri della tradizione orientale.

Architettura e trasformazioni nel tempo

La basilica si presenta con una pianta a tre navate divise da ventiquattro colonne di marmo greco con capitelli corinzi. Il campanile cilindrico, aggiunto tra IX e X secolo, è uno dei migliori esempi di torre campanaria romanica in Italia settentrionale. Nel corso dei secoli, la chiesa ha subito restauri significativi, soprattutto in epoca medievale e moderna, che hanno però preservato l’integrità dell’impianto originario.

Il nome “Nuovo” le fu attribuito per distinguerla dall’altra celebre basilica dedicata a Sant’Apollinare, situata a Classe, a pochi chilometri da Ravenna. Entrambe sono strettamente legate al culto del primo vescovo della città, Sant’Apollinare, e rappresentano due tappe fondamentali per comprendere la storia religiosa e artistica della regione.

Curiosità

Una curiosità storicamente documentata riguarda la dedicazione della basilica: nata come chiesa ariana sotto Teodorico, fu riconsacrata al culto cattolico dopo la riconquista bizantina e ribattezzata San Martino in Cielo d’Oro per il colore dorato dei mosaici del soffitto. Solo nel IX secolo prese l’attuale nome di Sant’Apollinare Nuovo, dopo la traslazione delle reliquie del santo da Classe a Ravenna per motivi difensivi legati alle incursioni piratesche.

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