Un corso d’acqua che nessuno conosceva, su di esso sorgeva qualcosa di strabiliante
Scopri il fiume Uso, gemma dell’Emilia‑Romagna: storia antica, paesaggi incantati e una curiosità che ti lascerà a bocca aperta.

Un fiume nascosto, custode d’identità e natura
Tra le dolci colline di Forlì‑Cesena e le pianure affacciate sul Mar Adriatico, scorre un fiume dal volto antico: l’Uso, 49 km di corsi d’acqua dalle sorgenti appenniniche fino a Bellaria‑Igea Marina. Nato dalle falde di Perticara e Savignano sul Rubicone, attraversa aree collinari e pedecollinari, territori che hanno alimentato il cuore agricolo della Romagna.
Oltre alla sua funzione irrigua, l’Uso è legato a torri medievali e mulini ad acqua tuttora visibili nei paesi di Santarcangelo e Poggio Torriana: segni tangibili di una tradizione contadina che prosperò grazie alle sue acque. Proprio qui, si coltivavano cereali, frutta, ortaggi e foraggio, rendendo l’entroterra romagnolo una delle zone più fertili d’Italia.
Tra storia, confini e la leggenda del Rubicone
L’Uso non è soltanto un corso d’acqua: è un segno geografico e storico, menzionato nelle voci di Santarcangelo di Romagna come uno dei due fiumi che attraversano la città. Ma la vera meraviglia arriva quando alcuni storici lo identificano come possibile vero Rubicone, il fiume oltrepassato da Giulio Cesare nel 49 a.C. diventando così un simbolo di ribellione e cambiamento.
Il fiume scende verso il mare passando per Bel monte di Montebello, dominato dalla famosa rocca detta "residenza di Azzurrina", e giunge a sfociare nel mare a Bellaria‑Igea Marina, luogo amatissimo da residenti e turisti, che lo conoscono più come “fiume Uso” che come antico confine storico.
Una curiosità che ti stupirà
Ecco la chicca: lungo l’Uso sorgeva un antico ponte romano a San Vito, ristrutturato nel Medioevo e testimone di un frammento della Via Emilia. Nuovi studi archeologici hanno rivelato che le pietre del Ponte Augusteo furono poi riutilizzate per restaurare il Ponte di Tiberio a Rimini. Immagina: percorri quel ponte e stai calpestando la stessa pietra che un tempo reggeva l’antico tracciato romano tra Rimini e Piacenza!