Un luogo che Dante avrebbe amato | La pineta citata nella sua opera e che trovi a Ravenna
Scopri la Pineta di Classe a Ravenna, scenario di Dante e Boccaccio: un bosco millenario tra storia, natura e arte.

La Pineta di Classe, situata pochi chilometri a sud di Ravenna e immersa nel suggestivo scenario del Parco del Delta del Po, è uno dei più antichi e importanti esempi di bosco planiziale mediterraneo conservati in Italia. Si estende su circa 900 ettari di superficie forestale, dominata da pini domestici (Pinus pinea), ma anche da lecci, farnie, carpini e frassini, che compongono un ecosistema ricco e complesso, tipico delle foreste costiere del medio Adriatico. L’area è oggi riconosciuta a livello europeo come Sito di Interesse Comunitario (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) sotto la sigla IT4070010, ed è parte integrante della rete Natura 2000, a tutela della biodiversità europea.
La storia della pineta affonda le radici nel primo millennio, quando venne affidata alla cura dei monaci Camaldolesi, che ne fecero una riserva di legname, pinoli, erbe officinali e spazi di meditazione. I religiosi ne gestivano la crescita secondo criteri di sostenibilità e rotazione vegetale, e l’hanno custodita fino alla soppressione degli ordini religiosi napoleonici. Passeggiare oggi tra questi alberi significa camminare letteralmente sopra secoli di uso antropico e conservazione ambientale, in un contesto che ha resistito a deforestazioni, bonifiche e urbanizzazione del litorale. Nel 1905 la pineta fu formalmente protetta per legge, diventando uno dei primi esempi italiani di area naturale salvaguardata per il suo valore paesaggistico e culturale
Una foresta letteraria tra Dante e Boccaccio
L’aura poetica della Pineta di Classe si deve anche alla sua profonda connessione con la letteratura italiana. Il più celebre omaggio arriva da Dante Alighieri, che la cita nel Canto XXVIII del Purgatorio, definendola “la divina foresta spessa e viva”, associandola al paesaggio ideale del Paradiso Terrestre. Il poeta, ospite a Ravenna negli ultimi anni della sua vita, pare abbia percorso spesso questi sentieri, trovando in essi l'ispirazione per descrivere la selva perfetta e incontaminata della sua visione spirituale.
Non solo Dante: anche Giovanni Boccaccio ambienta qui una delle sue novelle più iconiche, “Nastagio degli Onesti”, inclusa nel Decameron (Giornata V, novella 8). La pineta si trasforma in teatro di una caccia ultraterrena, cupa e simbolica, portata in scena anche da Sandro Botticelli nelle celebri quattro tavole commissionate dai Medici. Nei secoli successivi, la bellezza ombrosa del luogo attrasse anche viaggiatori stranieri, tra cui John Dryden e Lord Byron, durante i loro soggiorni romantici in Romagna. Così la pineta è diventata un crocevia di natura e cultura, unendo l’immaginario della selva sacra con la narrazione artistica e poetica.
Flora, fauna e itinerario “le querce di Dante”
Oggi la Pineta di Classe rappresenta un autentico scrigno di biodiversità, con un sottobosco ricco e profumato: tra le specie più comuni si trovano asparago selvatico, biancospino, prugnolo e sambuco, che in primavera offrono un’esplosione di profumi e colori. Tra le radici e le chiome, la fauna è altrettanto diversificata: vi nidificano upupa, assiolo, civetta, picchio rosso maggiore, mentre a terra si muovono indisturbati volpi, istrici e daini, la cui eccessiva presenza ha in alcuni anni richiesto misure di contenimento gestite dagli enti faunistici locali.
Uno dei percorsi più apprezzati dai visitatori è il sentiero “Le querce di Dante”, un anello escursionistico di circa 4 chilometri percorribile a piedi o in bicicletta, che attraversa alcune delle zone più evocative della pineta. Lungo il cammino, pannelli esplicativi e postazioni per il birdwatching permettono un’immersione completa nell’ambiente naturale. Il sentiero è adatto a tutti e mantiene un fondo stabile e accessibile, anche in stagioni piovose.